lunedì, luglio 28

Calando il velo. Atto secondo

Sottotitolo: non necessariamente gli eventi debbono essere narrati disponendone il corso (ammesso che esista) in una collocazione temporale ordinata.

Sotto-sottotitolo: parole da un passato recente.

Mi sono inseguita per molto tempo persa nei bassofondi di questa grande metropoli che è la vita. Ho vagato per molto tempo alla ricerca di una strada, senza capire troppo dove stavo andando e perchè, alla ricerca di quella via in cui camminarci dentro mi avrebbe fatto sentire che era proprio quella la strada di casa, la mia casa. E' difficile spiegarti quante cose sono cambiate, quali prospettive si sono concretizzate dentro di me e quante certezze hanno finalmente avuto la meglio su legami, fantasmi e dubbi che per lungo tempo hanno incatenato la mia esistenza limitandone espressione, voglia e libertà.

Ci vuole coraggio. O forse bisogna essere semplicemente un pò pazzi. O forse ancora molto più semplicemente sento di essere arrivata dove da molti anni inseguivo di essere, esattamente davanti a questa Anna che sono oggi.
Poter perdere alcune sfumature della mia vita mi ha sempre fatto precipitare nel terrore, lasciandomi immobile con la sensazione che perdendo loro avrei perso la bussola che mi indicava la direzione in cui camminare.

Ho sempre ambito a sentirmi come mi sento oggi.
Una donna forte, equilibrata nei sentimenti, arroccata nel suo essere indipendente, una donna che non sente dentro la paura che perdere un affetto possa farle perdere irrimediabilmente anche una parte di sè.
Non mi spaventa l'idea di lasciare andare un'emozione perchè oggi sono così forte da accettare l'idea che quell'emozione sia solo l'occasione per arricchire la mia vita di sensazioni, e non la sola porta che aperta mi conceda l'occasione di sentire qualcosa dentro.

Per questa ragione ti scrivo queste parole.

Ci sono dei momenti in cui chiudendo gli occhi sento scorrermi dentro viva la voglia.
Voglia di averti accanto a luce spenta, alla fine di una giornata.
Voglia di guardare un film insieme.
Voglia di giocare con le emozioni su un divano.
Voglia di passeggiare per la città con nella mano la tua mano.
Voglia di svegliarmi nel cuore della notte sentendo che mi stai dormendo accanto.
Voglia di guardare la città e vederla anche con i tuoi occhi.
Voglia di giocare ancora con le tue dita attraverso uno schermo.
Voglia di un bar e di guardarti mentre giri il cucchiaino nel tuo cappuccino con cacao.
Voglia di ridere di sciocchezze.
Voglia di sentire ancora l'emozione di averti sulla pelle.

Ci sono dei momenti in cui io sento di avere voglia.
Una voglia a volte scomoda.
Una voglia che porta con sè il dubbio che io abbia solo bisogno di un'idea.
Una voglia che a volte inseguo giocando con il pensiero e con l'emozione che mi fa sentire quando la faccio vivere.
Una voglia che altre volte ho bisogno di allontanare perchè non capisco e mi confonde.
Una voglia forse solo di letto.
Una voglia forse reduce di qualcosa che si è interrotto e che non sono riuscita a vivere, nemmeno un pò.

La voglia nasce da un pensiero.
Un pensiero che non capisco bene cosa sia e dove voglio che vada, ma che evidentemente voglio io far esistere.

Negare tutto questo è un dispiego di energie e mezzi.
Mezzi messi in piedi per difendermi, per allontanare ciò che sento.
Energie sottratte in questa guerra di risorse ad altri rapporti, persone, cose, obbiettivi.
Energie e mezzi, perchè se una donna ha il cuore impegnato in un'idea non si risparmia dal negarsi ogni possibilità compiacendo sè stessa nel dimostrare fedeltà al sentimento che la emoziona.


Una dolce favola che non può essere scritta.

Per questo, oggi, ho deciso di dirle molto serenamente addio.

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