mercoledì, luglio 23

Calando il velo. Atto Primo

Sottotitolo: è una storia lunga e noiosa senza ancora un finale.


E' stata una frase detta ad A. a farmi riscoprire un pizzico di gelosia.

Una banale frase esternata per gioco e che per giunta sapevo benissimo volesse dire poco o niente.
Una frase al limite della burla, in un contesto giocoso e diretta ad una persona per la quale so che non provi il benchè minimo interesse.
Eppure quella frase sciocca e senza troppo senso mi è penetrata dentro, violenta.
Come se la mano di qualcuno avesse affogato le sue dita nella mia carne, attorcigliandone le viscere su se stesse fino a estirparle in preda a un impeto che di umano non ha niente.
Un dolore acuto, sottile, improvviso, che si è diffuso come un cancro in ogni anfratto delle mie carni, infettando ogni millimetro di me.
Una sensazione inaspettata che mi ha proiettato in una dimensione spaziale assente di punti cardinali.

Dove ero finita e perchè.
Ragionando su queste domande mi sono trovata a chiedermi cosa provassi per te.
Interrogarsi sulla natura di un sentimento, svelando il fulcro stesso della sua essenza, ho sempre creduto significhi oscurare quella luce che lo fa brillare, per questa ragione ho sempre cercato ieri, oggi e domani di evitare di pormi certe domande.

Certo a meno che la premessa da cui so andranno svilupparsi le conclusioni non sia quella di voler (o dover) giungere alla demolizione affettiva del sentimento.


..continua..

(forse)

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