martedì, luglio 29

Fuori Orario



Ci sono momenti in cui il mondo si ferma.

Momenti in cui il riso e il pianto si fondono in un'emozione che non ha definizione.

Momenti in cui il ricordo va a quando tirando sempre tardi, cercavo di dormire sotto la mia copertina mentre ti sapevo sveglio perso nei tuoi pensieri.

E ogni notte, le note della stessa canzone a riempire una stanza, mentre sonnecchiando nel lettino accanto al tuo ero troppo piccola per chiedermi cosa ti tenesse sveglio.

Erano undici anni a giugno.

Sei ogni giorno in ogni mio gesto.

Sorrido.

Ti voglio bene.

Tua figlia

Come ogni mattina (o quasi)

Come ogni mattina sorseggio il mio cappuccino davanti allo schermo mentre leggo le notizie e ascolto distratta La7.

Come ogni mattina mentre realizzo quanto mi faccia schifo questo governo
penso sempre la stessa frase: "stasera vado a letto alle nove", sapendo perfettamente che anche stasera andrò a letto dopo le due.

Come ogni mattina apro l'agenda, scorro l'elenco delle cose segnate per la giornata e mentalmente distinguo tra ciò che *devo* fare e ciò che invece *può* essere posticipato a domani.


Mentre ottimizzo luoghi, telefonate e risorse tentando di organizzare "la giornata perfetta"...

...l'odiosissimo telefono si fa sentire...con la sua ancor più odiosissima suoneria!
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Come ogni volta che la sento penso a come devo decidermi a cambiarla perché solo Dario Argento potrebbe gioire di averla sul suo cellulare.

Questioni di lavoro: "ti aspetto fra mezz'ora in centro".


Il mio schema mentale si disintegra in mille pezzi mentre osservo sul comodino la montagna di cose da stirare.
La consapevolezza che prima o poi dovrò decidermi a stirarle onde evitare di ridurmi ogni volta a stirare giusto giusto la magliettina che mi serve per uscire si affaccia timidamente, scontrandosi con la certezza che tanto quel giorno non sarà oggi.


(..)


Torno a casa per l'ora di pranzo, giusto il tempo di scrivere qualche riga sul blog e mettere sul cd riscrivibile alcuni file da portare in copisteria.


Per qualche oscura ragione ogni volta che inserisco il cd riscrivibile il pc entra in blocco.
A un certo punto accade l'impossibile.
Alla combinazione dei tasti ALT + CTRL + CANC il pc prende vita..
iniziando a emettere suoni sconosciuti...
Afferro la ciabatta - infradito con un fiorellino nero in pizzo dai contorni argento - e prendo a ciabattate il masterizzatore.
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E' stato il momento più entusiasmante della giornata!
Ovviamente ho dovuto riavviare...staccando la spina...!


Non contenta di questa strabiliante performance decido di fare l'impossibile attraversando il campo rom a Ospedaletto..
perché tagliare da lì mi avrebbe fatto risparmiare un bel pezzo di strada...
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Insomma, una giornata assolutamente ordinaria...!

lunedì, luglio 28

Libertà

Il valore delle parole
non sta in ciò che racchiudono,
ma in ciò che liberano.

G. A. Livraga

L'oppio delle Idee

Quando i venti soffiano nella direzione dell'assolutismo e dell'omologazione dell'opinione, la speranza è che si affacci prepotente nel cuore dell'individuo il bisogno di sincerarsi di sè stesso.

Ed è così che si riversò nei giorni dell'uomo il bisogno della rivoluzione.

Calando il velo. Atto secondo

Sottotitolo: non necessariamente gli eventi debbono essere narrati disponendone il corso (ammesso che esista) in una collocazione temporale ordinata.

Sotto-sottotitolo: parole da un passato recente.

Mi sono inseguita per molto tempo persa nei bassofondi di questa grande metropoli che è la vita. Ho vagato per molto tempo alla ricerca di una strada, senza capire troppo dove stavo andando e perchè, alla ricerca di quella via in cui camminarci dentro mi avrebbe fatto sentire che era proprio quella la strada di casa, la mia casa. E' difficile spiegarti quante cose sono cambiate, quali prospettive si sono concretizzate dentro di me e quante certezze hanno finalmente avuto la meglio su legami, fantasmi e dubbi che per lungo tempo hanno incatenato la mia esistenza limitandone espressione, voglia e libertà.

Ci vuole coraggio. O forse bisogna essere semplicemente un pò pazzi. O forse ancora molto più semplicemente sento di essere arrivata dove da molti anni inseguivo di essere, esattamente davanti a questa Anna che sono oggi.
Poter perdere alcune sfumature della mia vita mi ha sempre fatto precipitare nel terrore, lasciandomi immobile con la sensazione che perdendo loro avrei perso la bussola che mi indicava la direzione in cui camminare.

Ho sempre ambito a sentirmi come mi sento oggi.
Una donna forte, equilibrata nei sentimenti, arroccata nel suo essere indipendente, una donna che non sente dentro la paura che perdere un affetto possa farle perdere irrimediabilmente anche una parte di sè.
Non mi spaventa l'idea di lasciare andare un'emozione perchè oggi sono così forte da accettare l'idea che quell'emozione sia solo l'occasione per arricchire la mia vita di sensazioni, e non la sola porta che aperta mi conceda l'occasione di sentire qualcosa dentro.

Per questa ragione ti scrivo queste parole.

Ci sono dei momenti in cui chiudendo gli occhi sento scorrermi dentro viva la voglia.
Voglia di averti accanto a luce spenta, alla fine di una giornata.
Voglia di guardare un film insieme.
Voglia di giocare con le emozioni su un divano.
Voglia di passeggiare per la città con nella mano la tua mano.
Voglia di svegliarmi nel cuore della notte sentendo che mi stai dormendo accanto.
Voglia di guardare la città e vederla anche con i tuoi occhi.
Voglia di giocare ancora con le tue dita attraverso uno schermo.
Voglia di un bar e di guardarti mentre giri il cucchiaino nel tuo cappuccino con cacao.
Voglia di ridere di sciocchezze.
Voglia di sentire ancora l'emozione di averti sulla pelle.

Ci sono dei momenti in cui io sento di avere voglia.
Una voglia a volte scomoda.
Una voglia che porta con sè il dubbio che io abbia solo bisogno di un'idea.
Una voglia che a volte inseguo giocando con il pensiero e con l'emozione che mi fa sentire quando la faccio vivere.
Una voglia che altre volte ho bisogno di allontanare perchè non capisco e mi confonde.
Una voglia forse solo di letto.
Una voglia forse reduce di qualcosa che si è interrotto e che non sono riuscita a vivere, nemmeno un pò.

La voglia nasce da un pensiero.
Un pensiero che non capisco bene cosa sia e dove voglio che vada, ma che evidentemente voglio io far esistere.

Negare tutto questo è un dispiego di energie e mezzi.
Mezzi messi in piedi per difendermi, per allontanare ciò che sento.
Energie sottratte in questa guerra di risorse ad altri rapporti, persone, cose, obbiettivi.
Energie e mezzi, perchè se una donna ha il cuore impegnato in un'idea non si risparmia dal negarsi ogni possibilità compiacendo sè stessa nel dimostrare fedeltà al sentimento che la emoziona.


Una dolce favola che non può essere scritta.

Per questo, oggi, ho deciso di dirle molto serenamente addio.

domenica, luglio 27

Chi sei Adesso

» Chi Sei Adesso «

Vorrei sapere chi sei,
adesso chi sei,
nel tuo sguardo io non vedo chi sei,
adesso chi sei,
eri tutto e ora non so più chi sei.

Eri tutto e adesso io non so più chi sei
ora è finita tra noi,
ma col tuo sguardo vorrei incrociarmi,
se un giorno mai riuscissi ad incontrarti
vorrei testarmi sull'argomento "rivedersi",
faccio le prove, escon parole,
penso a te con lui dopo giorni passati insieme,
vorrei guardarti negli occhi,
vorrei vedere quella luce ancora accesa dentro ai nostri sguardi.
E passo dopo passo sfoglio i miei ricordi
e torni,
non c'è via di scampo e porti remore,
rimangon favole tra mille lettere,
regali e frivole parole del tuo sapore intrise
spese in circostanze inutili
trascorsi di un rapporto costruito su fondamenta fragili
e se pensi che ora non stai con me, tutto ciò che abbiamo detto erano nuvole.

E basta non mi importa con chi stai
vorrei sfiorare il tuo volto
adesso che è finita ormai, piove silenzio tra noi io...

Ti rivedo in ogni foto che ho
e ripenso a quando stavi con me
devo ammettere i miei sbagli, ma so che non servirà trovare il perchè.
Tra i ricordi cerco una ragione per riuscire a stare meglio ma poi
ogni notte tu la passi con lui
e ora non so più chi sei.

Io non capisco.

Forse saranno le strobo della pista di questa disco,
ma io ti ho vista, e stavolta non è il mio occhio che mi inganna
è il fato che gioca con me
per questo ti rimanda e mi condanna
in una gabbia di ricordi che ora sono un ologramma che si sfalda,
infondo succede cose che nessuno prevede
l'importante è uscirne bene l'uno e l'altra a testa alta.

Non so nemmeno più da quanto non ci si incontrava,
mamma quanto sei cambiata
c'è una luce strana che prima non illuminava gli occhi tuoi,
non mi ero sbagliato il tuo fidanzato è diventato lui,
spero si meriti quella tua pelle calda come sabbia di una spiaggia,
mi fa rabbia che abbia le tue labbra,
e non ci posso fare niente
resto distante,
dondolante su una cassa e un rullante,
c'è troppa gente
vorrei parlarti come un tempo,
legatidentro, isolati in quel silenzio,
ma fermo guardo un sogno non più mio che sta svanendo e penso...

Vorrei sapere chi sei,
adesso chi sei,
nel tuo sguardo io non vedo chi sei,
adesso chi sei,
eri tutto e ora non so più chi sei.

di Gemelli Diversi

**

Video, clicca qui.

sabato, luglio 26

Il Mondo Nuovo

Sono felice. (No. Non mi sento, proprio sono.)

E' raro che mi lasci andare a esternazioni forti, per di più positive.

Sono di natura fin troppo prudente nonchè immuno-resistente ai facili entusiasmi, nonchè ancora amo dilettarmi da sempre a osservare il mondo attribuendo a ogni suo elemento una differente gradazione di grigio, in modo da poter vivere con più intensità gli altri colori quando emergono dalla tela.

Eppure sì, lo sento scorrere nel sangue, sono troppo felice.

mercoledì, luglio 23

Calando il velo. Atto Primo

Sottotitolo: è una storia lunga e noiosa senza ancora un finale.


E' stata una frase detta ad A. a farmi riscoprire un pizzico di gelosia.

Una banale frase esternata per gioco e che per giunta sapevo benissimo volesse dire poco o niente.
Una frase al limite della burla, in un contesto giocoso e diretta ad una persona per la quale so che non provi il benchè minimo interesse.
Eppure quella frase sciocca e senza troppo senso mi è penetrata dentro, violenta.
Come se la mano di qualcuno avesse affogato le sue dita nella mia carne, attorcigliandone le viscere su se stesse fino a estirparle in preda a un impeto che di umano non ha niente.
Un dolore acuto, sottile, improvviso, che si è diffuso come un cancro in ogni anfratto delle mie carni, infettando ogni millimetro di me.
Una sensazione inaspettata che mi ha proiettato in una dimensione spaziale assente di punti cardinali.

Dove ero finita e perchè.
Ragionando su queste domande mi sono trovata a chiedermi cosa provassi per te.
Interrogarsi sulla natura di un sentimento, svelando il fulcro stesso della sua essenza, ho sempre creduto significhi oscurare quella luce che lo fa brillare, per questa ragione ho sempre cercato ieri, oggi e domani di evitare di pormi certe domande.

Certo a meno che la premessa da cui so andranno svilupparsi le conclusioni non sia quella di voler (o dover) giungere alla demolizione affettiva del sentimento.


..continua..

(forse)

martedì, luglio 22

lunedì, luglio 21

Ieri, Oggi, Domani

Silenzio e attesa.

Giorni buffi e sospesi.

Quante cose, sto perdendo il conto.

Il tempo, nevrotico, scorre frenetico,
così tanto da sembrare immobile.



Ieri, oggi, domani, ore fatte di tante, troppe cose.


Cammino sentendo il peso dei passi che uno dopo l'altro rafforzano le distanze.

Cammino consapevole che una rabbia strisciante sta facendo forza per impedire il buonismo naturale degli eventi.


..E dopo la tempesta si riversò nel cuore una calma irreale.

Questa mia Vita

Amo questa mia vita,
perchè se sa essere così dolcemente stronza.

domenica, luglio 13

Fine di un capitolo

Salite e discese.
Domande senza risposta.
Io non sono e so di non essere.
Attorciglio il mio io intorno a quesiti senza parole.
A volte odio.
Non esistono apparenze.
E per le illusioni non c'è spazio.
Forse vivo di allucinazioni consapevoli.
Mistiche sensazioni alla ricerca di una affermazione nel mondo terreno.
Idee.
O anche congetture nel mondo pensiero.
Trappole di cristallo in cui restare immobili osservatori del Tempo.
In sospeso con la mia coerenza fino a quando l'equilibrio ha la forza di disciplinare sè stesso.
Ma una follia non può durare per sempre.
Un finale è già stato scritto.
E solo uno sciocco continuerebbe a sperare di inventarne uno alternativo.

Apro gli occhi

Apro gli occhi. Sorrido.
E' domenica, che ore saranno?
Secondo me sono le due più o meno.
Mi rigiro nel letto e sorrido.
Mi sento riposata e serena.

Il micio iniziare a farmi le fusa.

Lo osservo avvicinarsi e sedermi accanto.
"Buongiorno animaletto". Lui mi risponde con un "miao".
Sorrido di gusto pensando che ho un margio che mi dà il buongiorno!
Immagini dei sogni della notte si alternano in un collage senza forma.
Ricordo di aver riso di gusto ritrovandomi a passeggiare per la città con ai piedi due scarpe differenti.
E su quest'immagine, sorrido.
Mi stiracchio con il pensiero di voler fare un sacco di cose.
Sorrido perchè svegliarsi con buone intenzioni è sempre un'ottimo proposito per la giornata.

Penso a ieri e alle parole di lei "è venuto l'Altro in settimana e ha chiesto di te".
Sorrido compiaciuta mentre continuo a stiracchiarmi.
Mi alzo e dopo essermi sciacquata il viso con acqua ghiacciata decido di sedermi e leggere prima di bere il caffè.

(..)

Sul corridoio si affacciano le porte quasi sempre chiuse delle camere e dei bagni: è la zona più buia di tutta la casa.
Lo attraverso con passo veloce pensando solo di voler arrivare il prima possibile alla porta che apre sul salotto.

La penombra, sembra soffocarmi, sento un nodo alla gola, lo affondo con forza e scaccio quella spiacevole sensazione dal mondo terreno.

Accendo la macchinetta del caffè, preparo tazzina, cucchiaino e zucchero e un pacchetto di crackers alle fibre comprati ieri.
Premo il pulsante di erogazione
e mi siedo sugli scalini in giardino pensando che devo tornare a sorridere come solo dieci minuti prima stavo facendo.

Faccio il giro della tazzina con il cucchiaino un paio di volte, chiudo gli occhi e sento il sole bruciarmi sulla pelle.
Un venticello leggero mi allieta, allontano quel pensiero e ricordo di quando facevo colazione con Carlo su quegli scalini. Forse mi verrebbe da sorridere, ma non ci riesco.
Decido di smettere di pensare.

Passato qualche istante avverto una strana sensazione di disagio.
Istintivamente mi viene da guardarmi i piedi.

Nel destro l'infradito nero. Nel sinistro la ciabatta in lanetta.

Sorrido pensando a quanto sia sempre, soltanto e semplicemente io.

sabato, luglio 12

La Nausea

Nausea.

Un gomitolo di spago stretto nella gola.

I
nghiotto suoni e fonemi.
Non rinsavisco, ma mi raccapezzo.

Il punto di vista dipende dalla prospettiva.
Sicura? In effetti no!
Dipende dal passato.
Prossimo? No cazzo, remoto.

Il futuro ha un passato. Ma il passato non ha futuro.
Sciocca!


Nausea.

Mi spiego. Anzi no.
Prima il velo nero, poi l'abito nuziale.
Ma non sono mai stata nè vedova, nè sposa.
Anzi meglio, non sono mai stata.

Anime che perdono la strada del ritorno tra i gironi del non senso.
Sproloqui affettivi e reciproche comprensioni.
Un tesoro di alcun valore.
Ascolto passi che non camminano.
Silenzi all'alba che non mi svegliano.

Resto impassibile.
E mi vergogno per non essermene mai andata.


Nausea.

Carità e misericordia.

L'essenza dell'assenza.
Il vizio delle contraddizioni.
ll potere della condanna.
Le malevoli intenzioni.

Non eri. Non sei. Non sarai.


Riempio questa sensazione di infinito e rimpinzo lo stomaco d'
acqua,
fino alla nausea.

giovedì, luglio 10

Sogno erotico


...

mercoledì, luglio 9

I muri delle Idee

Parte prima: premessa.

La territorialità è esigenza delle specie viventi.

Esigenza di aver definita una località spaziale in cui collocarsi e assicurare alla propria specie di appartenenza il controllo delle risorse e serene possibilità di riproduzione.
Il conflitto infatti genera manifestazioni aggressive distogliendo il gruppo dalla ottimizzazione delle risorse e dalla cura dei propri simili.
La territorialità è il frutto di un processo evolutivo, il tanto abusato concetto di branco opportunamente ricondotto alla specie umana, altro non è che l'innata manifestazione di un percorso che abbiamo, in quanto animali in evoluzione, trascritto nei nostri geni.
Fondamentale nella difesa del territorio e nel mantenimento di questo equilibrio è il principio di esclusione.


Animali prima, uomini poi.

Gli antichi costruivano fortini e fortezze erigendo imponenti muri a scopo strategico-militare.

Muri, per segnare le distanze.
Muri, per delimitare il proprio territorio.
Muri, per difendersi dal nemico.

L'uomo moderno anche.

Il concetto di 'nemico' è privo di una definizione oggettiva, unica e incontrovertibile ed assume per il singolo una accezione strettamente intima.

A differenza degli animali
erigiamo muri per difendere le nostre insicurezze, le poche sicurezze, per salvaguardare ciò che abbiamo costruito, per preservarci da un possibile dolore, per incapacità di gestire una situazione, per proteggere noi stessi.


(..)


Parte seconda: svolgimento.

Immaginare... concepire con la fantasia il desiderio e l'affetto che nutriamo per persone terrene.

Rappresentarlo nel nostro Mondo Ideale, viaggiare nel tempo, ritrovarsi un'emozione tra le mani, sentirla scivolare tra le dita, sentirla crescere e appagare il bisogno che porta con sè di esistere.

Tornare al Mondo Terreno, avvertire un sussulto, un pugno allo stomaco, sentirsi colpevoli per aver viaggiato così lontano, imporsi di non pensare a quel respiro, pensare a qualsiasi cosa e fare tutto ciò che serve pur di viaggiare con il pensiero in senso opposto e contrario.

Erigere un muro.
Scrutarlo, disquisire con il proprio Io su quanto sembri essere adeguato per reggere il suo peso, pur sapendo, in verità, quanto un muro non sia mai alto abbastanza.
Sentirsi al sicuro e convincere sè stessi che se non si è dall'altra parte una ragione dovrà pur esistere.
Sforzarsi di focalizzarla, a volte sentire la sua forza troppo impetuosa, altre volte coglierne la sua immensa debolezza, ma l'importante è poter riferire al proprio Io che lei esiste ed è reale.
Se non mi sfiorasse l'idea che forse sono solo rimasta aggrappata a un'Idea, non sarei qui, da questa parte del muro.

Più passa il Tempo, più le cose cambiano, più restano le stesse di sempre.
Mondo delle Idee e Mondo Terreno.
Attendere che uno dei due imploda, lasciarli entrare in collisione, favorirne una dolce fusione, negarne l'esistenza..

Io non lo so..

Convivere in entrambi nelle loro contraddizioni... non capire dove stare e per quale ragione starci deforma cose, sentimenti, pensieri, significati, giorni e tempo.

Muri, per segnare le distanze.
Muri, per delimitare il proprio territorio.
Muri, per proteggersi.


lunedì, luglio 7

Mi sono fatto da solo!


Erano gli anni cinquanta
andavo alla Standa insieme a mammà,
mi apparve un Angelo e disse
"tuo tutto questo un bel giorno sarà".

Tornato a casa nel bagno
ebbi un altro segno del Fato Creator,
la mano prese lo spunto
e mi trovai unto da nostro Signor.


Mi sono fatto da solo
sull'elicottero volo,
ma non disdegno la nave
ricordo soave della gioventù.

Mi sono fatto da solo
mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto i cartelli
con tutti i capelli che ormai non ho più.


Anni sessanta moderni
allestivo gli esterni del mio colossal,
ma con cinque o sei palazzine
non potevo neanche comprarmi la Spal.

Sui ponti delle crociere passavo le sere
a cantar la 'vie en rose',
Marcello sotto la coppola diceva
"minghia ie' nostra stà coosa".


Mi sono fatto da solo
sull'elicottero volo,
ma non disdegno la nave
ricordo soave della gioventù.

Mi sono fatto da solo
mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto i cartelli
con tutti i capelli che ormai non ho più.


Un murator venerabile disse
"sei abile vieni tra i miei,
ecco il cappuccio e la tessera numero
uno otto uno sei".

Poi anni di trucchi e di inganni
indicibili affanni, ma niente di che
davo una mano a Bettino
ospitavo mafiosi pagavo Lacchè.


Mi sono fatto da solo
sull'elicottero volo,
ma non schifo il motoscafo
da cui mangio a sbafo facendo l'off-shore.

Mi sono fatto da solo
mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto 6 reti
tra trucchi e decreti da grande editor!


Regalo immagini e suoni
e tutti li tengo buoni,
ho dato un posto importanto a ogni brigante
che mente per me.

Mi son comprato un paese
di gente che fa le spese
e và al lavoro contento
sognando villazze e pensioni da re!

E ora che sono il padrone
di questa nazione comando il vapor,
ho sistemato i mie conti
c'è un branco di tonti che mi crede ancor
se dico che..


mi sono fatto da solo
sull'elicottero volo
ma non disdegno la nave
ricordo soave della gioventù!

Mi sono fatto da solo
mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto i cartelli
con tutti i capelli che ormai non ho più!

Mi sono fatto da solo
sull'elicottero volo,
ma non disdegno la nave
ricordo soave della gioventù!

Mi sono fatto da solo
mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto i cartelli
con tutti i capelli che ormai non ho più!

Sono fatto così e in nessun altro modo

Sono sempre felice e va sempre tutto bene.
Vivo con stampato sul viso un sorriso in cui fermamente credo.

Non cambierei nulla della mia vita, è perfetta così com'è.

Ho un sacco di amici e credo nessun nemico.
Ma d'altra parte, io sono così, voglio bene a tutti.

Sono una persona semplice, ho un lavoro che mi piace, una camera che mi piace, amici, tantissimi amici, che mi piacciono, sensazioni che ogni tanto entrano nella mia vita e poi se ne vanno, ma questo mi basta.

Non ho mai avuto cedimenti emotivi (salvo molto, ma molto indietro negli anni) e non ho bisogno di niente che non abbia già.
Non ho paure, nè rimpianti, forse solo qualche rimorso.
Vivo benissimo così.
Amo me stesso, amo giocare e amo ridere. Sono una persona che vive di cose semplici.
Non sento di dover crescere nel mio spirito, parlano per me e di me il mio sorriso e il mio ottimismo.
Difficilmente apro realmente una finestra su quello che ho dentro, dando spesso l'impressione che dentro non abbia niente.
Ma sono fatto così. Non ho bisogno che nessuno entri in quella stanza così intima, mi basta spiare attraverso la serratura e osservare il passaggio delle persone che mi vogliono bene.
Difficilmente cerco un varco nella finestra sul mondo delle persone che mi vivono accanto, ma non per noncuranza, perchè mi appaga riuscire a far vivere un sorriso sul loro volto, o anche trasmettergli una emozione. Mi basta essere una di quelle persone che passeggiano davanti alla porta del loro mondo.
Vivo di emozioni, senza capirle troppo, ma è così che sono, a me basta viverle. Capirle vorrebbe dire togliergli quella magia che invece è la loro essenza.
Certo questo mi porta a vivere quelle passioni giusto il tempo prima che le fiamme le esauriscano perchè da sole non sanno vivere.
Ma non importa, quel brivido che danno fin tanto che esistono, mi arricchisce e mi riempie l'anima quel tanto che basta.

Sono fatto così e in nessun altro modo, ed è forse per questo che mi vuoi
così bene.

Aggressione all'Intelligenza e all'Etica

Queste parole sono un post scritto sul forum secondlifeitalia.com
Perchè copiarle anche qui..?

Perchè contengono due messaggi.

L'uno diretto a una di quelle che ho definito aggregazioni spontanee innaturali e condizionate.

L'altro, diretto al singolo, racconta invece della mia Delusione.

***

Senza Odio (forse), nè Amore.


Bivi.

Lascio andare il tempo. Lo riprendo.
Lurko.
Leggo di addii. Addii..? Sì. Addio, mondo crudele fatto di misfatti disfatti e soprusi astrusi!
Ragioni e Lezioni di Vita.
Prima oscure, poi chiare. Celebrità e risonanza.
Non Amo.
Ombre e luci.
Precetti, consuetudini e illegittime disparità.
Mascherate da supposti, mal teorizzati e scarsamente argomentati, ideali.
Disparità..?!?
Lotte di classe..?! Resistenza..?! Rivoluzione francese..?! Rivolte popolari..?!
Si renda grazia alla coscienza collettiva...! Ovvio che no.
Che no..?!?
Reclamo. Stabilisco. Esigo.
IO, sono IO.
Ego.
Incapacità di rapportarsi.
No, IO sono collettivamente rispettata nonchè integrata nel mio straticello socialmente adeguato.
Il problema è.
Regole. Persone. Confronto. Il non poter venir prima di te.
Racconti, novelle e fiabe.
Certo che siamo uguali. Però è *ovvio* che IO debba venire prima di te.


Annullamento.

Mercificazione morale. Silenzio e dissenso.
Intolleranza.
E' solo un avatar, non ha dignità.
I pixel non farebbero niente che la carne non farebbe.
Perdere il senso del limite. Andare oltre.
E non capirlo. La mia assenza non può non avere una valida ragione.
Tracciare linee immaginarie oltre le quali cade il senso di noi stessi.
Osservarlo cadere in burroni artificiali.
Mutazioni e decoro.
Forse è solo il tempo che deforma parametri ideologici, parole e pensieri.
Nel mio piccolo, nel mio infinitesimo di mondo reale e virtuale, io non lo accetto e resto fedele a me stessa, saldamente aggrappata al mio senso di umana dignità.
Non sai metterti in gioco.
Può darsi.


Opinioni.

Idee e giudizi. Considerazioni logiche e illogiche. Parole. Persone e confronto.
Utopiche idealizzazioni.
Nemici o Amici. Sostenitori o Rivali.
Distorte interpretazioni.
Sinonimo di uno e contrario a tutti.
Venditori di ipocriti moralismi al mercato del successo.
Marionette alla ricerca di un teatro.
Come a Risiko. Ho sempre giocato con l'Armata Rossa.
Il solo obiettivo rispettabile è: distruggere l'Armata Nera.



Morale.
Non importa quale sia il colore delle armate che scegli.
L'importante è che l'obiettivo sia distruggere le altre armate.



Tre commenti.

Uno.
Iscritta al forum il 17/03/07 alle ore 22:03.

Due.
Ovvero (2 + 2) + (0 + 3) = 7!
O anche (1 + 7) + (0 + 3) + (0 + 7) + (2 + 2) + (0 + 3) = 25 = 2 + 5 = 7!!!

Tre.
I numeri sono nove.
Le probabilità che sia proprio il sette sono alte.
In ogni caso lui (no, non Lui) è ovunque ed è sempre.
La maledizione del sette!

Qualsiasi cosa che potrà nascere qui dentro, dovrà anche, perforzadicose morirci.

domenica, luglio 6

Polveri di Vita

Vado e torno.

In un moto incessante di silenzi e pensieri, lascio che il Caos trovi una sua collocazione nel mio vivere.
Ieri, oggi e domani, riflessioni di difficili compimento.
Scrivo senza sapere perchè.

Ho guardato una foto, ho sorriso, sentendo una nota di amarezza insinuarsi tra le note di una canzone che non ascoltavo.
Ho sentito un sorriso prendere vita per un Sentimento che, per mia complicità ed incapacità, riesce a disturbare dolcemente ogni respiro, accompagnandolo mano nella mano, come farebbe un padre con una figlia.
E ho visto l'amarezza subito dopo arrivare in soccorso della mia Integrità serrando le fila, come in battaglia.

Dinanzi a un Sentimento la Ragione provvede tempestivamente, in un meccanismo nemmeno lontanamente perfetto, ad affogare la rispondente emozione nell'oblio.
Il Sentimento verrà quanto prima scarnificato nelle sue debolezze dal potere razionale della Ragione per essersi materializzato fino a quando spinto dal Pentimento, e pentendosi per la sua manifestata umanità, capirà di non poter far altro che cedere il passo a un analitico e ragionato "lascia perdere, la vita è già complicata e non ne hai bisogno".
Ritrovandomi a sentire il bisogno, che difficilmente poi renderò mai concreto, di scusarmi con una persona per un'emozione che quella stessa persona mi ha fatto provare.

Reduce da una delusione mi chiedo la ragione per la quale mi riesca sempre troppo facile scatenare tempeste in bicchieri d'acqua, esasperando nel mio immaginario situazioni e condizioni in apparenza davvero banali, facendone sempre un problema di principio.

Credo in
così poche cose da non tollerare che quelle poche in cui credo possano essere maltrattate.
O meglio, non transigo che le persone a me vicine non siano in grado di rendersi conto di quanto infrangere proprio quella misera manciata di comandamenti morali possa ferirmi e spingermi a rimettere in discussione completamente e il rapporto con quella persona e la stessa persona.
E
per quanto ne dica, perdono senza farlo nel cuore coloro che lo fanno per banalissima leggerezza.
La mercificazione morale di sè stessi. La disonestà. L'arrivismo insano. L'esibizionismo gratutito.
No, categoricamente no.
Anche se forse dovrei sforzarmi di essere più leggera ed effettivamente valutare, nonchè distinguere, la ragione che, a monte, ha spinto quella persona all'azione.
Ma tutte queste parole sono solo sacre Polveri di Vita.