lunedì, novembre 23

Le chiamo parole

Nelle etichette le chiamo parole, non sono ambiziose, sono solo parole, nude e impotenti.
E' solo più semplice scavare intorno a un sentimento, a una emozione, è solo più semplice descriverne l'illusione.

E' solo più semplice accatastare parole come scatoloni in una soffitta.
Sono solo parole che messe insieme danno senso a una emozione o un pensiero che mi attraversano  dentro e allo stesso modo in cui sono venute se ne andrebbero se non le fermassi, scrivendole.
Questo blog è il luogo dove dare spazio a quella Vita che mi sfugge.
Ho provato per molti anni a tenere un diario, tento ancora, ma il foglio bianco mi immobilizza per ore senza riuscire a compiere la magia e tramutare le parole volatili che si inseguono nella mente, in pensieri scritti.

domenica, novembre 22

Ritorno alla Terra



Un giorno scrissi che non esistono favole,
solo abbozzati tentativi poco realistici di renderle tali.

Era il giorno in cui avevo capito quanto potesse costarmi pensarla così.



***


Accolte silenziose dalla Madre Terrena
foglie d'autunno spogliano d'abito i loro rami,
scivolando inerti sull'aria umida.

Voci disarticolate infiltrano da mondi paralleli utopie disilluse,
che la stagione ha spento.
Luci tenui, all'adunata, richiamano ombre,
fedeli compagne.
Di
viaggi, false partenze e ritorni.

Vortici di serpenti e riti sacrileghi accolgono il nuovo Inverno.
Ritorno nuda alla Terra, portata via dal vento.

venerdì, novembre 13

I colori

Da una email.

Mi ha svegliato una canzone.
Dormivo quando ha iniziato a suonarmi forte nella testa. Battito accelerato e poi angoscia, un'angoscia deforme, e la sensazione chiara e netta di non riuscire a mettere in ordine. Non riesco a stare nel letto, mi alzo, vago per casa. Il buio è un fratello che consola e sa ascoltare
(..)

(..)
E' sbagliato, è tutto sbagliato. L'amore per gli altri non basta. E' una cosa che mi ha insegnato in questi anni la vita. L'amore inizia passando da sè stessi e finisce per illuminare le persone che abbiamo intorno, tingendole di immenso.
Se vivi nell'ombra, vivi privato di quella luce necessaria per vedere i colori meravigliosi della vita, e
rifletti tenebre negli occhi di chi ti guarda.

giovedì, novembre 12

mentre piove


Cerchi riparo fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio


ti muovi a stento e con sguardo severo

biascichi un malinconico Modugno


Di quei violini suonati dal vento

l'ultimo bacio mia dolce bambina


brucia sul viso come gocce di limone

l'eroico coraggio di un feroce addio

ma sono lacrime

mentre piove

piove


mentre piove

piove


mentre piove


Magica quiete velata indulgenza

dopo l'ingrata tempesta


riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio

Mille violini suonati dal vento

l'ultimo abbraccio mia amata bambina


nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno


Di quei violini suonati dal vento

l'ultimo bacio mia dolce bambina

brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio

ma sono lacrime

mentre piove

piove


mentre piove

piove


mentre piove

piove



luna sorda


Minuscole formiche sterrano montagne,
rotolando giganti rocciosi senza vetta.

Danze funeste e fuochi maledetti,
di rosso, tingono ombre scalze.

Mossa da movenze stanche,
lenta, brucia la carne.

Imprimendo la terra,
flutti di sangue sgorgano dalle viscere.
E una luna, sorda, accompagna il buio, in un canto senza voce.

venerdì, novembre 6

Sulla riva del mio eremo


Sono un pò giù di corda in questo giorni.
Vivere al ribasso, capita, tuttavia. Oggi tra una pagina ripetuta e quella successiva, mi sono dovuta alzare, e andando da una scrivania all'altra, presa da una sensazione di estrema chiarezza e lucidità, raggiunto il pc ho scritto sul forum: Boh, mi sento sempre più un'astrattezza surreale della materia, costretta in un corpo di plastica. Non capisco la vena irreale e isterica delle cose, quindi ne ribalto il senso, dipingendo un cielo in cui tutto è normale e io il paradosso. Non è proprio solamente così, ma è pur sempre un aspetto dello spettacolo che ho messo in scena nel mio teatro.
Ho il tessuto cerebrale atrofico, non filtra e non fa infiltrare niente. Impermeabile e silenzioso.
Come un giudice che impugna il martelletto e lo scandisce sul banchetto allo scoccare del rintocco. Parlo di giudizio, forse ha un senso e forse centra, remote anticaglie che incontrano sorrisi ambigui di un passato, passato.
Voglio bene alle persone che vivono
insieme me, ma a volte non è facile. Non è facile incrociare i loro sogni, sofferenze, disillusioni e guardare oltre, come se non li vedessi e fossero solo una mia errata intuizione.
Vorrei dare a ognuno di loro la possibilità di essere sole, luna, sasso o stella, vorrei potergli regalare la speranza di scoprire quello che sono.
Invece mi giro, voltandomi, dall'altra parte, perchè mi sento stanca e impotente. E trascino i piedi sulla riva del mio eremo, guardando lontano, distante
.

domenica, novembre 1

Le parole alla follia, ciao Alda



Il mio passato

Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.