venerdì, ottobre 30

Oltre il delirio del potere


Esistere fuori dal tempo, una casetta isolata, alle pendici del monte, guardando il sole che di primo mattino ancora sa di calore.
Uno studio, con migliaia di libri, un camino, il rumore delle foglie e il colore vivo dell'erba.
Cataste di legna da bruciare e il silenzio della Madre che, scandendo il ritmo del suo invecchiare, dà vita ai fiori.
La musica di un pianoforte che suona alta, ricomprendo l'attesa dell'Infinito.

Lontana dalla dimensione utilitarista del potere, dalle nefandezze della politica che mercifica sè stessa, e si svende, ubbidendo seria e cortese a interessi cortigiani e regali.
Lontana dal branco di diabolici diavoli senza anima, arrovellati negli ingranaggi del calcolo e della miseria morale, che negano gli ideali sospiri della politica, relegandola a strumento attraverso cui esercitare la propria gloria.
Lontana dai paggi che, asserviti al re, compiacciono le sue gesta, come bestie ammaestrate, eseguendo gli ordini con lo sguardo vuoto di chi, scarnificato di pensiero e sostanza, non sa capire.
Vizi striscianti, scavano i pavimenti dei palazzi rincorrendosi tra sussulti goduti e giochi proibiti senza morale, nè pubblica decenza.
Ombre silenti di pagliacci senza parrucca nè trucco giocano al gioco della politica svilendo la natura dello stato e annientando il Credo dei nostri padri, e prima di loro dei nostri nonni, che hanno lottato per la Libertà.

Vorrei essere in quella casetta isolata,
il più distante possibile dai compromessi e dalle servitù,
per riposarmi,
lontana dal disgusto, oltre il delirio del potere.

giovedì, ottobre 29

Addio, mondi virtuali!

Breve Intro.
Tratto dal forum di Second Life.
(Aiut! Oggi ho la parlantina!)



L'ho messa a fuoco in questi giorni, era un pò che mi ronzava nella testa senza riuscire a darle forma.

Vaffanculo a tutte quelle persone che andandosene dal forum e/o da Second Life, perchè han considerato esaurita la loro emivita virtuale, oggi si sentono nel cuore la superiorità morale dell'essersene andati.
Quello stesso senso di superiorità condito di compassione (critica) che può provare un accanito fumatore che ha smesso di fumare mentre osserva un fumatore accanito accendersi una sigaretta dietro l'altra, non riuscendo a nascondere il sorrisetto beffardo perchè lui ci è riuscito.
Il gioco degli specchi riflessi e il confronto al ribasso non sempre sono attendibili rivelatori della propria condizione esistenziale e guardare gli altri vedendoci dentro la propria antica miseria, può anche non essere un metro valido per tirare delle somme.
Le ragioni per le quali si approda al metaverso, sono una enormità e vanno dallo spirito ludico, al bisogno di rifugiarsi e/o di scoprirsi un pò di più, al fascino per lo strumento virtuale, alle due chiacchiere, alla casualità, al cercare un posto dove poter dare vita all'immaginazione, con una gigantesca possibilità di sfumature più o meno intermedie.
E anche le ragioni per le quali si resta sono le stesse, anche se nel tempo potrebbero mutare, accompagnate da una evoluzione o involuzione della persona, o a volte da nessuna delle due.
L'equilibrio è il metro-interiore rivelatore dei propri disequilibri e se l'aver abbandonato un mondo virtuale è stato ciò che vi ha fatto ritrovare il vostro karma, forse, e dico forse, è il caso di riflettere un pò più approfonditamente su voi stessi.

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martedì, ottobre 27

Ortopedia è...

Ortopedia è...

  1. soporifera
  2. falegnameria rudimentale
  3. una disciplina priva di poesia
  4. terribilmente noiosa
Ma soprattutto ho un professore il cui cognome...fa rima con "one".

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domenica, ottobre 25

Adesso tocca a voi



Per quanto l'abbia considerato valido, e in linea generale apprezzi la rubrica 'Invece' del quotidiano l'Unità scritta dal direttore, non ero troppo concorde con il pezzo dell'altro ieri pubblicato dopo le prime dichiarazioni di Marrazzo (
Al pubblico pagante).
I troppo pochi e contraddittori elementi emersi sull'inchiesta lì per lì hanno confuso un pò le acque , per questo, secondo me, prima di ipotizzare precisi scenari collocandoli in quadri effettivamente esistenti, sarebbe risultata opportuna un pò
più prudenza.
Tuttavia, con il pezzo di oggi si, il cerchio si chiude e mi trova assolutamente d'accordo sia nell'analisi che nelle valutazioni conclusive.


Adesso tocca a voi
Sarebbe bello poter dire: adesso ci aspettiamo che chi ha colpe peggiori faccia altrettanto. Non accadrà. Là risolvono il caso dicendo «non sono un santo», poi continuano a governare con le barzellette: almeno a noi piacciono le donne, e tutti a ridere. C'è davvero pochissimo da ridere, cari signori sedotti dal dongiovannismo di palazzo, cari squallidi mercanti di ragazze da offrire insieme a un cocktail in cambio di affari, ragazze per favorire intese economiche, benefit per il dopo cena a spese della ditta, ragazze da ridurre alla prostituzione del sottobosco della politica, sesso senile in cambio di una comparsata in tv, un posto di lavoro, seggi in consiglio comunale in parlamento a Strasburgo e anche di più. D'Addario candidata, ricordate?

Piero Marrazzo si è sospeso dall'incarico a 24 ore dallo scandalo che lo ha coinvolto. Ha sollevato se stesso e la sua parte politica dal gioco fetido del confronto, subito difatti alimentato da destra: tutti uguali, no? No, non esattamente. Marrazzo non ha fatto delle sue debolezze private una merce di scambio con posizioni pubbliche: non ha nominato senatori i suoi cavalli, né assessori i suoi compagni di serata. Non li ha portati con sé nelle visite ufficiali offrendoli a colleghi pari grado, non ha dirottato su imprevisti scali i voli di stato per portarli con sè scortati da forze pubbliche dell'ordine, non ha istituito scuole di politica coinvolgendo ministri della repubblica per renderli presentabili in politica. Questo fa un despota che abbia una concezione padronale dello stato oltrechè un'idea da "utilizzatore finale" delle persone in stato di soggezione, le donne in cima alla lista ma non è molto diverso l'utilizzo che fa dei suoi dipendenti, uomini o donne che siano, la prostituzione non è solo dei corpi. Marrazzo frequentava transessuali, è stato ricattato da quattro carabinieri che lo hanno sorpreso e filmato, non ha denunciato il ricatto. Ha sbagliato tre volte: per ingenuità, le «debolezze private» di questi tempi si pagano carissime e conviene astenersene. Per paura e per vergogna, l'ipocrisia corrente rende complicato rivelare le proprie inclinazioni sessuali: avrebbe potuto parlarne pubblicamente ma certo la famiglia, le bambine. Ha sbagliato più di tutto a sottostare al ricatto per tutto questo tempo e infine a mentire. Lo abbiamo scritto ieri qui: avrebbe dovuto dire subito "sono sotto estorsione, denuncio i fatti". È questo l'errore - l'unico dei tre - che gli impedisce di proseguire nel mandato. Un uomo pubblico non può essere soggetto a ricatto: né di una prostituta, né di un servizio segreto, né di un carabiniere. Un uomo pubblico ricattabile è debole, costretto a pagare per difendersi, a corrompere e corrompersi. Infine: il sesso a pagamento è ben triste, sempre. Comprare favori - sfruttare chi è ridotto a far mercato di sè - rende più miseri, non più potenti. L'autosospensione è la premessa delle dimissioni. Ci auguriamo che, compatibilmente con il funzionamento della Regione, non si debba attendere a lungo. Oggi è una bella giornata, dobbiamo rendere onore a Marrazzo: è il giorno di rivendicare la differenza ed esserne orgogliosi. Dimettetevi anche voi se ne siete capaci. Essere eletti non sottrae nessuno alla giustizia: dimettetevi e fatevi giudicare. Noi andiamo a votare. Buona domenica. da l'Unità, Concita De Gregorio

sabato, ottobre 24

Monet



Vivo così, in un cazzo di quadro impressionistico di Monet,
sbiadita nella forma, esaltata nei colori,
in deleterea alternanza tra il tentativo di comprendere l'universo
e l'incontenibile istinto di mandarlo a farsi fottere.

giovedì, ottobre 15

Se la Dignità avesse un volto



L'enorme dignità di una precaria siciliana,
l'umanità venduta e svenduta all'ignoranza,
la ricerca di una identità che non affondi le sue radici nella mercificazione e nella mortificazione,
il dolore per una integrità devastata.

Per chi ha dei figli, per chi non ce li ha,
per chi non ha un lavoro, per chi un lavoro ce l'ha,
per chi, ancora, ha dentro il bisogno di guardare al mondo e credere in un futuro.

martedì, ottobre 6

Una Terapista Occupazionale all'Università di Pisa

In supremae dignitatis

Sono andata a lezione e l'aula era deserta.
professori studenti.

Eppure l'orario lasciava pochi dubbi:

14.00 - 15.30
Aula PS2
Tecn . di riabilitazione medica e chirurgica propedeutiche alla T.O.

15.40 - 17.15
Aula PS2
Educazione alimentare

Inizia un rimpallo tra aula C e aula PS2 (in bicicletta).
Busso in segreteria di facoltà dove abbozzano un timido "siamo chiusi".


(io e la segreteria ci conosciamo abbastanza bene)

Io: "Lo so, buongiorno, ma mi scusi, i terapisti classe SNT/2 dove sono finiti?"
Lei: "Aspetta che controllo l'orario...dunque...dovrebbero essere in aula PS2"
Io: "Esatto, ma non ci sono."
Lei: "Come non ci sono?!?"
Io: "No, non ci sono e non c'è nemmeno il professore".
Lei: "Non è possibile"
Io: "Dato che voi non siete informati, suppongo che il professore si sia accordato, probabilmente ieri, direttamente con gli studenti su un cambio di orario SENZA comunicarlo alla segreteria"
Lei: "Siamo alle solite"
Io: "Appunto."

Segue un lungo discorso, parte del quale finirà nella lettera che sto preparando per il Presidente del Corso di Laurea.

Strano direte voi.
Assolutamente no.
Normalissima - almeno quanto patetica - amministrazione.

Così patetica da aver strutturato un sistema per cui le comunicazioni interne a un corso universitario riguardanti organizzazione e natura dello stesso - mi riferisco a appelli, programmi, ricevimenti, spostamenti di orario - passino regolarmente da studente a studente attraverso un tam tam - tipo comare di paese - anzichè tramite comunicazioni ufficiali (segreteria, affissione in bacheca) degne di una istituzione pubblica.

Così patetico da obbligare gli studenti a organizzarsi in proprio (hanno tutta la mia solidarietà) creando per esempio una pagina internet dove scambiarsi le informazioni per tamponare le enormi lacune organizzative e informative del corso di laurea del quale pagano regolarmente le tasse finendo per fare oltre che gli studenti anche i tutor ai più giovani, i segretari per orari e comunicazioni interne, gli assistenti dei professori per prenotazione aule e raccolta liste per gli appelli.
Sperando che vogliano completare il quadro armandosi anche di scopa e paletta a fine lezione.

Così patetico da far sì che gli studenti non dispongano, per la stragrande maggioranza dei moduli, nemmeno delle date di appello, che secondo regolamento di ateneo dovrebbero essere 1°) almeno CINQUE
all'anno senza contare le prove in itinere 2°) comunicate con almeno NOVANTA giorni di anticipo (come da regolamento di ateneo, Art. 6) negando, di fatto, allo studente la possibilità di organizzarsi un maledetto piano di studi
Pianificazione che, come si sa è per uno studente - figuriamoci poi per di più se lavoratore come la sottoscritta -
fondamentale per una lineare progressione negli studi.
Assenza questa che crea una discrepanza enorme tra la figura dello studente del corso di terapia occupazionale e quello di altri corsi più strutturati che, con una maggiore organizzazione, dimostrano anche un maggiore rispetto verso la persona dello studente.

Ed è così che è iniziato il mio anno accademico tra una lezione persa e l'applicazione
del solito rodato "sistema ad minchiam" per la pianificazione degli esami.

Il solito vecchio monotono sistema tragi-comico dell'umma a umma all'italiana, degno, purtroppo, dell'istituzione pubblica che rappresenta.

lunedì, ottobre 5

Argh!

Dieci giorni fa ho bucato la ruota di dietro.
Due giorni fa quella davanti.

Mi è ormai chiaro, Qualcuno complotta e tesse trame alle mie spalle.


Vicoli ciechi


Chiudere il rubinetto della menzogna
e guardare negli occhi l'Umano che hai dentro.
Cambiare destinazione,
immaginare un altro varco che conduca allo stesso posto,
cambiare posto.
Frastornati dall'infinita incongruenza dell'Universo, chiedersi, continuamente.
Innamorarsi del significato di una carezza, incrociarlo alle Tenebre
e chiedersi dove sia l'Umano.
Una linea oltre la quale le Azioni deformino le Intenzioni
e l'Umano diventi bestiale.
Ritrovare l'Azzurro guardando un muro bianco,
assaporare un sorriso
senza il vocio dei pensieri,
prendere a calci l'Umano e spingerlo nel Vuoto.
Moti ondosi, senza marea luna.
Silenzi assordanti frantumano cristalli di nuvole
di un maledetto cielo Azzurro che precipita al suolo.