sabato, maggio 31

La Corte si aggiorna

La mia incapacità di ragione e pensiero ha raggiunto il livello più ovvio e deleterio.

La sentenza è esecutiva.
Anna, sei colpevole di.. di.. di.

"Resta il fatto che:
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."
..ho un ovvio e deleterio preconcetto nei tuoi confronti."

venerdì, maggio 30

Una sola destinazione: cambiare la mia rotta.

Camminerò con i sandali tra le mani
fino alla fine di questo pensiero,
e quando dalla fatica non avro più la forza di voltarmi indietro
a cercare la sorgente del mio desiderio,
sentirò di essere arrivata dove volevo.

giovedì, maggio 29

Canzone Delle Domande Consuete

» Canzone Delle Domande Consuete «

Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
come se il tempo per noi non costasse l'uguale,
come se il tempo passato ed il tempo presente
non avessero stessa amarezza di sale.

Tu non sai le domande, ma non risponderei
per non strascinare parole in linguaggio d'azzardo;
eri bella, lo so, e che bella che sei,
dicon tanto un silenzio e uno sguardo...

Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel che sarò domani,
non parlare non dire più niente, se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,
trascinate dai giorni come piena di fiume
tante cose sembrate e credute diverse,
come un prato coperto a bitume.

Rimanere così, annaspare nel niente,
custodire i ricordi, carezzare le età;
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente
del diritto alla felicità...

Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perchè?
Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te,
aver tutto, ma non il domani...

Non andare... vai.. Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

E siamo qui spogli in questa stagione che unisce
tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove,
non so dire se nasce un periodo o finisce,
se dal cielo ora piove o non piove...

Pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene",
a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?"
Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
Fuori c'è ancora una città?

Se c'è ancora balliamoci dentro stasera,
con gli amici cantiamo una nuova canzone...
tanti anni e son qui ad aspettar primavera,
tanti anni ed ancora in pallone...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...
Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di noi...

di Francesco Guccini



Senza titolo

Sono le 4. Penso che è troppo presto per fare colazione.
E decido di stare nel letto a pensare.
Mi chiedo se anche questo sarà un altro giorno di nichilismo assoluto.
Penso che devo trovare la forza per uscire da questa incapacità di reazione che mi ha assalito in questi ultimi due giorni e mezzo.
Mi sento come se dentro non avessi nulla, ne
mmeno il sangue che scorre nelle vene.
Come faccio sempre ogni qual volta ho bisogno di capire e definire come mi sento, mi ritrovo a pensare a
una immagine che possa parlarmi del mio stato d'animo.
Si fa spazio una rappresentazione scarsamente iconografica di una bambola di porcellana.
Ma dai connotati tradizionali. Un corpo privato delle sue interiora, sempre freddo al tatto, incapace di adattarsi alle condizioni che lo circondano.
Un corpo senz'anima, svuotato di ogni sua essenza se non fosse per quell'aria ostentata di superba rappresentanza. Ed è esattamente così che mi sento.
Passano quasi due ore in cui cerco di riorganizzare questo Caos dandogli una parvenza logica, una specie di tetris in cui i pezzi però non riescono a prendere forma, men che meno a incastrarsi fra loro.
Decido di alzarmi e accendo il computer. Rispondo di getto, indecisa fino in fondo su quale parte di Anna far prevalere.
Sento assalirmi una profonda sensazione di malessere diffuso.
Finisco di scrivere e aspetto, non so bene cosa, ritrovandomi a fissare il vuoto.
Sento P. che si sta accingendo a fare colazione. Decido di andargli dietro. Ho bisogno di staccare.
I nostri incontri a due di prima mattina vertono di solito su uno scambio di battute sull'attualità e sulla politica condite da qualche scazzo personale, niente di impegnativo, nessuno dei due
di prima mattina disporrebbe delle facoltà mentali per farlo in maniera più articolata, ma lo scambio è di per sè sempre piacevole.
Mentre lavo le tazzine penso che oggi farò di tutto per andare oltre a quella sensazione di inerte apparenza, razionalizzando fino in fondo su i suoi perchè.
So bene che farlo potrebbe anche portarmi a distruggere rapporti e sentimenti in pochi microsecondi, neanche il tempo di capire se effettivamente quella sia la cosa giusta.
Ci sono sensazioni che non ti spieghi, ancora prima di comprendere la loro origine, te le trovi cucite addosso. Come corvi, portano la loro missiva di morte annunciando le fine di quelli che ho sempre battezzato con il nome di capitoli esistenziali.
Sorrido, mentre saluto P. e rientro in camera.
Mi sento meglio, molto meglio, ho la sensazione di essere pronta ad affrontare qualunque cosa.
Perchè ho la sensazione che ci sarà qualcosa da affrontare.

Sono trascorse cinque ore.
La missiva è arrivata a destinazione con il suo modesto carico di efferata crudeltà. Come una sensazione può avere le sue ragioni di esistere in una infondata intuizione. Ed ora sto facendo i conti con il tempo, persone, cose, sensazioni, muri, parole.
Sto scrivendo il finale di questa storia, avventura, o come più vi è congeniale chiamarla.

La vostra bambola di porcellana.

Blackout


mercoledì, maggio 28

A te

A te che sai destare in me profonde e sconosciute sensazioni.

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Pablo Neruda

martedì, maggio 27

Pagina 128

Il Caos è perfettamente in grado di dare le sue risposte sprigionandole dagli accadimenti più improbabili.

"Il guerriero della luce dà prima che gli sia richiesto.
Vedendo questo, alcuni compagni commentano "Chi ha bisogno, chiede".
Ma il guerriero sa che c'è molta gente che non riesce - semplicemente non riesce - a chiedere aiuto.
Accanto a lui ci sono alcuni uomini dal cuore talmente fragile che si impegnano in amori malsani; sono affamati d'affetto, e si vergognano di mostrarlo.
Il guerriero li riunisce intorno al fuoco, racconta loro delle storie, spartisce il suo cibo, si ubriaca insieme a loro.
Il giorno dopo, tutti si sentono meglio.
Coloro che guardano alla miseria con indifferenza, sono i più miserabili."

Sai, non capita poi tanto spesso...


(..)

Sai, qualcosa tipo "cielo in una stanza"
è quello che ho provato prima in tua presenza...

Dicono che gli Angeli amano in silenzio,
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.

Sento che respiri piano in questa cornetta...
maledetta, mi separa dalla tua bocca!

(..)

di Max Gazzè



lunedì, maggio 26

Ossa e Carne

Se un silenzio è seguito da una immagine capace di sovvertire il senso già di per sè abilmente complicato - e precario - delle cose.
Le Stelle si spengono.
I Pesci affogano.
Il Sole si oscura.
Piove sabbia.
Il Cielo cade a pezzi.
Il controllo delle emozioni si perde, perchè si perde il pensiero razionale che le governa.
Il caos inciampa nella chiarezza di eventi e sentimenti.

Prigione in muri di cristallo.

Come una principessa senza regno.
Un sonno senza sogni.
Una vita senza voglia.

Una reazione.
E' sinonimo di una debolezza di fondo.

Ossa e Carne, Anna.

Ossa e Carne,
prima di tutto.

sabato, maggio 24

Mille frammenti

L'immagine che andrebbe ad inizio post è il fermo immagine
di un sogno.
Sono in una stanza grigia, la luce è artificiale, la scena è centralmente e localmente illuminata, come da un riflettore sul set di una qualche pellicola scadente.
Nessun colore oltre al nero e al grigio, se non fosse per il fatto che indosso un abitino stropicciato di color azzurro.
Sono in piedi, davanti a me uno schermo di vetro.
E' così grande da non farmi avere la percezione fisica delle sue
reali dimensioni.
Le braccia lungo i fianchi caricano il loro movimento di energia portandosi verso l'alto.
Mi scaglio
contro di lui con i pugni chiusi.
Un sentimento di
feroce rabbia fa da guida al mio movimento.
Un rumore acuto.
Insopportabile all'orecchio.
Al contatto, il vetro esplode facendo di sè, mille frammenti.

Frammenti che sento colpirmi e penetrarmi con violenza
in ogni parte del corpo.


***

"...sono per me delle persone, perchè oltre ai nomi e i pupazzetti, sono degli occhi che sorridono, e momenti belli..." *


Come un concetto possa avere in sè la forza e la violenza
di un efferato omicidio.
Come semplici parole possano essere in grado di strappare i fili che tengono insieme due brandelli di carne mal cucita,
residui di antiche e trascurate ferite.
Come la percezione distorta del mio pensare mi porti a sentire in questo momento un profondo senso di smarrimento e devastazione.
Come un'immagine sia capace di farmi salire dentro la voglia di strappare a morsi con i denti quei brandelli,
come a voler estirpare alla radice un dolore che mi sta sopraffacendo.


Due giorni di realtà fatta di ossa e di carne.
Se non stacco potrei seriamente impazzire.

Nel mentre rifletterò su cose e persone, perchè ho fin troppo materiale su cui riflettere.


*
citazone di Dep1050 Plasma dal forum secondlifeitalia.com

venerdì, maggio 23

Nada De Nada (Atto IV)

Aggregrazioni spontanee, innaturali e condizionate finiscono per rappresentare idealmente il loro insito scarso principio di umana integrità e di considerazione per la persona.
Si aggregano, come formiche su un gelato caduto, in frenetica cooperazione perchè spinte da un obbiettivo comune: nutrirsi.
Solidali tra loro, si sostengono, leccandosi reciprocamente ferite autoinflitte,
chiacchiericciano in anfratti bui siglando segrete alleanze
ed elaborando maldestre strategie per raggiungere l'obbiettivo:
salvaguardare sè stessi, nella convinzione di essere miseri animali
in estinzione.
Si ascoltano e si comprendono con una pazienza e una devozione capaci di riserbare solo a sè stessi, perchè sè stessi è l'unica dimensione umana che riescono a percepire con chiarezza e in fondo,
è esattamente la ragione di ogni azione che conducono.
Il collante che mantiene apparentemente insieme una massa così eterogenea di individui è l'Alleanza.
Alleanza che ha come bieco obbiettivo la sopravvivenza del singolo, a momento debito, a scapito della coesione, nonchè dell'autenticità umana del gruppo stesso e di tutti quei principi di falsa misericordia su i quali i suoi membri hanno profuso parole di infondata appartenenza.
Singolo che conduce i suoi intenti mascherandoli e orchestrandoli in apparente armonia e sintonia con quella del gruppo, salvo allestire in gran silenzio la prossima carneficina.
Fedeltà al singolo.
Come un direttore dirige un'orchestra priva di strumenti, osservano i loro interlocutori muovere le labbra a rallenatatore, mostrando completa noncuranza per le parole e il pensiero dell'altro. Perchè l'altro non ha la benchè minima importanza, quel che importa è la sopravvivenza del singolo.
La patetica rappresentazione, questa, della famiglia allargata del mulino bianco che fa colazione con una mano sotto al tavolo mentre tiene stretto tra le dita un coltello.
Poi l'obbiettivo viene meno, gli intenti vengono meno e quella che prima era agli occhi di tutti una devota, spontanea e allegra combricola affiatata inzia a frantumarsi, cadere in pezzi e rivelarsi in tutta la sua cruda essenza ipocrita.
Ad ogni giro di pellicola, la deformità assume le sue ambigue forme,
i suoni si fanno gravi e i singoli finiscono per divorarsi a vicenda nelle strade di un borgo storico,
alla luce del giorno.

Disumana dignità.

In qualunque modo

Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Nella testa da un'ora e mezza urlano le stesse parole.
Mi fanno quasi male le orecchie.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè sei solo un banalissimo e inutile ripiego alla mia vita.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè sei la luce che vorrei mi svegliasse ogni mattina.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè ho voglia di spingerti contro un muro e prenderti a schiaffi.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè ho voglia di spingerti contro un muro, spogliarti e baciare ogni centimentro della tua carne.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè sei il mio sogno spezzato e ho solo l'egoistico bisogno di pensare a te come qualcosa di ancora vivo.



Leggo. Sposto. Edito. Ri-sposto. Chiudo. Appunto. Cancello.

Lontano da me,
perchè sei l'immagine divina che mi appare dentro ogni volta che chiudo gli occhi.



Lontano da me.
In
ogni modo.

Lontano da me.
In
qualunque modo.

mercoledì, maggio 21

(Paradiso+) Inferno



"Tutto quello che abbiamo fatto l'abbiamo fatto con le migliori intenzioni,
ma gli eventi precipitano e gli anni ti cadono addosso".

"C'erano una volta Candy e Danny,
fu un anno molto caldo quello.

La cera si scioglieva sugli alberi,
lui si arrampicava sui balconi,
si arrampicava dappertutto,
faceva qualunque cosa per lei.

Danny caro..

Migliaia di uccellini i più piccoli
gli ornavano la testa
e tutto era oro.

Una notte a letto prese fuoco,
lui era bello e anche un delinquente con le palle.
Vivevamo di sole e tavolette di cioccolato.

Era il pomeriggio del Piacere più sottile.

Danny il temerario,
Candy è scomparsa.

Gli ultimi raggi sfrecciano in cielo come squali sull'acqua.

Sei piombato nella mia vita all'improvviso e m'è piaciuto.
Abbiamo nuotato nel fango della nostra gioia,
io avevo le gambe bagnate di facile sottomissione.

Poi si è creato un baratro tra noi.
E la terra si è capovolta.


Questo è il vero problema.
E' questo che stiamo inseguendo.

Con te, dentro di me, arriva alla coscienza della mia morte.
è nella natura del cane non abbaiare a nulla di particolare

C'era questo ed è l'unico danno, forse.
a volte ti odio

Il mostro a volte si nasconde dietro la bellezza.
certe volte ti odio
non oltre la tempesta

hai promesso
hai indicato il cielo

madre dell'azzurro

richiesta

offerta

vola via

sole
quella si chiama Sirio o Stella del cane.


Ho ripulito la tua mente sporca,
hai trovato un cuore,
ti ho dato l'immortalità.

Ma il bambino è morto di mattina
gli abbiamo dato un nome
Thomas, si chiamava.

Povero piccolo,
Oddio.
Nel suo cuore batte ancora come un tamburo vodoo".

"Il mondo era pieno di nuovi concetti stupefacenti.
Ma io non riuscivo a pensare.

Non riuscivo a respirare.
Aspettavo solo che tornasse.
Perchè Lei era tutto.
Lei era più di tutto per me".

Paradiso (+Inferno)


La prima scena.

La sensazione di un grande amore su una giostra.
L'ebbrezza di un sentimento, delicato come ali di farfalla.
Ridere insieme, confusi, in un vortice di dolcezza.

E poi le prime parole:

"Quando per la prima volta incontrai Candy,
quelli sì che erano tempi di vera ricchezza.

Tempi in cui regnava l'abbondanza.
Anche il Cielo era felice.
Dentro di noi scorreva una gran tenerezza."
Troppo tardi, mi sono già commossa.

Commozione, solo una parola messa lì per non dover giustificare una lacrima.
"Ecco il segreto più profondo dove tutti si perdono.
Ecco la radice delle radici, il nocciolo dei noccioli, l'azzurro più azzurro di un albero chiamato vita, che cresce alto più di quanto l'anima possa sperare o la mente nascondere.
È questo il meraviglioso senso che divide le stelle.
Io porto il tuo cuore.
Lo porto nel mio cuore."

"Avevamo scoperto il collante segreto che teneva insieme ogni cosa, in uno spazio perfetto dove il rumore non veniva a disturbarci.
Il nostro mondo era completamente pieno".

lunedì, maggio 19

Film visti - Aprile (II° parte)


Titolo: Waitress - Ricette d'amore

Genere:
Commedia
Distribuzione: 20th Century Fox

Trama Film: Stanca di sopportare le prepotenze del marito, Jenna, sogna di diventare tanto brava nel suo lavoro di cameriera e di fare tanti soldi con le sue ricette, da poter finalmente lasciare la vecchia vita. Le torte che prepara, sono ispirate dai fatti che accadono nella sua vita, ma qualcosa di inaspettato cambia i suoi piani, rimarrà infatti incinta e quest'evento la porterà a sviluppare un particolare rapporto con il figlio non ancora nato...

Trailer
Recensione
Un interessante punto di vista, ne consiglio la lettura.

Mie (buttatelìpercaso) cosiderazioni: Waitress è quella che si può definire la falsa fiaba per eccellenza.
La principessa è una donna che per realizzarsi deve trovare la forza di prendere le distanze dagli uomini - marito e amante - che la amano, rifiutando il principio secondo il quale l'autorealizzazione possa avere radici nell'amore di un uomo.
L'orco cattivo non è il marito, bensì quella parte di Jenna che non è ancora riuscita a trovare sè stessa.
Il principe azzurro è un uomo felicemente sposato e l'amore per lui, alla fine, non trionferà sugli eventi.
Le fatine, personaggi alquanto singolari e scarsamente carismatici, sono le amiche di Jenna che l'accompagneranno nel suo percorso di crescita.

Finalmente un film in cui la gravidanza e l'arrivo di un figlio sono vissuti con distacco, difficoltà di accettazione, cinismo e tavolta rifiuto; particolarità questa che regala momenti di forte perplessità in cui si fanno largo nell'animo di chi osserva sentimenti contrapposti e che vanno dalla misericordia alla condanna senza possibilità si assoluzione.

La prima lettera scritta da Jenna al figlio che aspetta:

"Caro bambino,
se davvero ti scrivessi una lettera, sarebbe sicuramente una lettera di scuse.

So che ogni bambino merita una mamma che lo desideri, che sia anche una buona moglie, un membro rispettabile della società, e sinceramente io non sono niente di tutto questo, e non so neanche se valga la pena di farti nascere in questo mondo...

Non valeva la pena di conoscere molta gente che ho conosciuto, non valeva la pena di vivere molte delle cose che ho vissuto.

Non prenderla come una cosa personale se non ti sembro come tutte le altre mamme che sprizzano felicità da tutti i pori, francamente io non so che cosa potrei offrirti...
Se non avrò un soldo come cavolo farò a crescerti?
Per tutta la vita, bambino, l'unica cosa che ho sempre voluto fare è scappare.
Che razza di madre sarei?
Vorrei provare sentimenti diversi bambino, come l'entusiasmo di averti dentro, o la convinzione che sarò una brava madre, anche se la mia vita non è un granchè e se il mondo, per la mia esperienza, non è meraviglioso come vogliono farti credere in questo libro...
comunque questa lettera per te sembra più una lettera scritta a me vero?
Ti voglio bene.
Mamma"

Voto: 2,25/5!


**

Titolo: 2 giorni a Parigi

Genere:
Commedia
Distribuzione: DNC

Trama Film: Marion è parigina. Jack americano. Vivono insieme da tempo a New York ma, dopo la vacanza che sognavano a Venezia, si fermano due giorni a Parigi per recuperare il gatto di lei e per far conoscere a lui la città e la famiglia di Marion. Quello che Jack conoscerà sarà una compagna molto più complessa di quanto lui potesse pensare e forse accettare. Per quanto progressista e capace di dare indicazioni sbagliate a compatriote decisamente a favore di Bush è troppo distante da questa 'vecchia Europa' che vive ancora dei miti del ’68 (la madre di Marion ha avuto addirittura una breve relazione con Jim Morrison ai bei tempi) e che gioca ancora, nonostante l'AIDS, con sesso e sentimenti.
Julie Delpy (dopo la collaborazione come attrice e cosceneggiatrice al delizioso Prima del tramonto di Richard Linklater che faceva ritrovare il suo personaggio con quello di Ethan Hawke Prima dell’alba) torna a giocare le sue carte nella sua seconda prova con un lungometraggio. Si può tranquillamente affermare che con questo film ci ha offerto un film maturo nella sua leggerezza grazie a una sceneggiatura che tiene per tutta la durata del film (tranne forse, ma è questione di gusti, nel finale) e all’interpretazione dei due protagonisti. Il confronto tra Francia e Stati Uniti continua ma questa volta non si tratta di polemica più o meno politica. Come ha sottolineato con grande acutezza Henry-Bernard Levy nel suo brillante saggio "American Vertigo" gli stereotipi in materia abbondano. È però necessario conoscere le persone reali. Questo non serve a edulcorare le differenze di visione del mondo e della vita quotidiana ma le rende fragili e contraddittorie su entrambi i versanti. Se Jack fa fatica a comprendere Parigi (complice anche la non conoscenza del francese) il 'ritorno a casa' mette a nudo per Marion quel fondo di puritanesimo, per quanto inserito in un contesto libertario, che Jack non si toglierà mai di dosso. Non si tratta quindi solo di cibo o di un anziano padre tutto istinto e seduttività ma di due culture. Tutto questo Delpy ce lo dice sorridendo ma quanto spessore c'e’ sotto questa leggerezza di scrittura! Lo fa poi tornando sul luogo del delitto perché la sua abitazione parigina se non è la stessa assomiglia moltissimo a quella utilizzata per Prima del tramonto. In quel caso si trattava di un Rohmer riletto da un americano. Qui di un'America vista (con una maculopatia simbolica) da una francese che l'ama nonostante i difetti reciproci.


Trailer
Recensione
Sublime critica pubblicata sul quotidiano 'Liberazione'.

Mie (buttatelìpercaso) cosiderazioni: Il voto che ho dato a questo film è sicuramente uno dei più alti. Credo di averlo visto almeno 4 volte in dieci giorni!

Una commedia brillante dai dialoghi intensi cha ha come protagonisti una coppia di esaltati nevrotici della peggior specie.
Da sfondo alle loro vicende lo scontro tra le due correnti culturali alle quali differentemente provengono, quella progressista europea, lei, e quella puritana americana, lui, analizzate e dissacrate nelle loro contraddizioni e nei loro chliches.
Unica pecca: il pessimo doppiaggio.

Voto:
3,50/5!

**

Titolo: Paradiso + Inferno

Genere:
Drammatico
Distribuzione: Nexo
Trama Film: Due ragazzi entrano in una stanza rotonda: una giostra che gira velocemente su se stessa. La forza centrifuga li spinge contro la parete e loro sono felici: sono insieme e si amano. Un "Heaven", come recita la prima didascalia, che viene trasformato dalla droga e dalle sue conseguenze in "Heart" e, poi, "Hell".
Il "paradiso" è descritto dal regista Neil Armfield con un tocco leggero e ironico: eroina e amore si intrecciano nella vita dei due come uno stesso vortice di ebbrezza. Sulla "terra", e ancor di più all' "inferno", i problemi emergono insormontabili: la prostituzione per lei è insostenibile, così come il tentativo di disintossicarsi, e come la gravidanza.
L'esperienza della "nascita", porta i due direttamente all’inferno, ma forse non fino al suo fondo...


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Recensione:
Non segnalo alcuna recensione dato che di quelle lette - Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Giornale, Ciak, Il Mattino - non ne ho trovata una che valga la pena di essere letta. Tutte alquanto banalizzanti e prive di un concreto spunto critico.

Mie (buttatelìpercaso) cosiderazioni: Quella sera avevo voglia di un film che mi facesse male. E questa pellicola non solo è stata all'altezza delle mie aspettative, ma è andata oltre.

Un film emotivamente violento, lacerante, mi ha tenuta incollata allo schermo con una sensazione latente di dolore incontrollato.
La discesa agli inferi di un immenso amore senza speranza.

Insieme a "2 giorni a Parigi" e "Elizabeth",
"Inferno + Paradiso" permane tutt'ora sul mio hard disk rappresentando uno dei film che ho più gradito negli ultimi due mesi e mezzo.

Voto: 3,50/5!

**

Titolo: Il buio nell'anima

Genere:
Azione/Thriller
Distribuzione: Warner Bros

Trama Film: Erica Bain vive a New York, che registra e racconta via etere nel programma radiofonico "Street Walk". Spento il microfono e conclusa la giornata si rifugia nell'abbraccio dell'amato David, il compagno che avrebbe sposato se due balordi non lo avessero massacrato a Central Park. Sopravvissuta all'aggressione, Erica compra illegalmente una pistola per affrontare la strada e la paura. Un nuovo trauma, l'assassinio di una donna in un drugstore, scatena la sua rabbia e il desiderio di vendetta. Sui marciapiedi di New York incontrerà il senso del dovere del detective Mercer, che la costringerà a riflettere sulla legittimità della vendetta.
Dopo la parabola favolistica di Breakfast on Pluto, che affrontava il problema identitario di un uomo e di una nazione, Neil Jordan lascia l'Irlanda alla volta degli Stati Uniti, volgendo al femminile la vendetta "giusta" alla Charles Bronson. Il suo biondo giustiziere, come ogni eroe jordiano, si trova nell'impossibilità di sottrarsi alla propria indole ma se il giovane travestito di Cillian Murphy intraprendeva un viaggio esistenziale nel proprio Paese per riconquistare se stessa, la Erica di Jodie Foster attraversa le strade buie di New York e i tunnel di Central Park, perdendosi e perdendo la propria umanità.
Lontana dallo spirito borghese di Allen, la città americana diventa lo spazio della paura della violenza intesa come catastrofe morale. Dentro le vedute aeree e notturne di Manhattan, Jordan procede a investigare i misteri del cuore umano e il desiderio, radicato negli States, di farsi giustizia da soli. Dopo la perdita del fidanzato, la protagonista assume su di sé la volontà di riparare il torto, spogliandosi progressivamente della pietà e del filantropismo.
Pur dichiarando di aver voluto lasciare fuori la politica e di avere evitato qualunque tentativo di analisi dell'evento (il 9/11), Jordan mette in scena (indirettamente?) il "vuoto" lasciato dal trauma dell'aggressione, che ha sconvolto definitivamente il concetto di giustizia. Per la protagonista la "rieducazione" ai valori della civiltà passa attraverso la vendetta portata alle estreme conseguenze. Per superare lo shock e la grave crisi d'identità sociale, il cantastorie irlandese sa che occorre innanzitutto restituire la memoria attraverso la narrazione, facendo riemergere i fantasmi e liberando la nostra paura. Il dolore diventa il motore dell'azione, la crisi individuale di Erica diventa crisi sociale e poi culturale.
Jodie Foster, che dagli anni Novanta incarna sullo schermo la decenza morale e la disponibilità caratteriale, fa i conti questa volta con un soggetto critico. Nell'America di Jordan, il mondo preme da fuori finendo per tracimare nel territorio più prezioso: il privato. Così la resistenza di Erica si gioca in chiave privatistica e coscenziale.

Trailer
Recensione

Mie (buttatelìpercaso) cosiderazioni: Il voto 2,75 è dedicato interamente alla straordinaria interpretazione di Jodie Foster, a mio parere una delle migliori della sua carriera. Jodie Foster che ha saputo incastrare il personaggio in connotati straordinariamente ossessivi.
Se non fosse per la sua performance, al film, avrei dato come valutazione complessiva un voto non superiore a 1.


Voto:
2,75/5!

Mutamenti


Ho aggiunto all'album fotografico Second Life Italia il
nuovo avatar.
Ragioni della scelta comprese.

Anche se probabilmente il post sotto questo è già abbastanza illuminante.

Imbarazzo, Timore e Concitazione

'Wish You Were Here'.
La ascolto e la riascolto.
E quando finisce la riascolto ancora.

E mi commuovo,
ogni volta.


Qualcosa sento sta riprendendo vita.
La sento respirare, muoversi e strisciarmi dentro.
Non lo so!

E' il Caos!
Un Caos senza principio, logica, coerenza.
Un Caos senza Amore.


Ho in testa te.
Ero riuscita ad allontanare l'Idea.
Si era confusa nell'orizzonte fino a quando poi...
Non lo so!

Forse la tua voce.
Una parola.
Sentirti ridere.
Forse il tuo modo di guardarmi.

Santo cielo!
Io proprio non lo so!
Qualcosa!

E sento la paura salirmi alla gola e soffocarmi.

Vorrei allontanarti e sono qui che mi sto dilaniando chiedendomi
se sia il caso di farlo.

Distruggere l'idea prima di complicare le cose.
Prendere le distanze.

Perchè non voglio tornare indietro, voglio andare avanti.

I circoli viziosi sono pericolosi. Ed io non credo di sentirmi pronta.
Senza contare che tutto questo non è reale,
e sta vivendo solo nella mia testa.

Anche se sì, te lo giuro troppo, vorrei tu fossi qui.
Non so cosa darei per poterti guardare mentre sorridi.
Anche se non so nemmeno se riuscirei a farlo...

Ma esiste un limite alla mia incoerenza, ed è sentirmi così,
come mi sento adesso.

Piccola.
Sciocca.
E timidamente emozionata.

Le mie mani giocano tra loro, si stiracchiano, giochicchiano con gli anelli, vivendo l'imbarazzo che sto provando.

domenica, maggio 18

Per definizione contraria alla Massa

»Fuori Dal Tunnel (Del Divertimento)«

Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto contento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto più contento.

Di te che spendi stipendi
stipato in posti stupendi
tra culi succubi
su cubi di pittorrendi
succhi brandy e ti stendi
...dandy, non mi comprendi
senti tu non ti offendi
se ti dico che sei trendy!
Prendi me
per esempio
non mi stempio
per un tempio del divertimento
essendo amico di baldambembo
sono un silenzio
che può diventare musica
se rimo sghembo
su qualsiasi tempo
che sfrequenzo.
Collado l'autoradio
nell'auto cauto resto
faccia a faccia
con una focaccia
altro che l'autopasto
capomastro
con validi manovali
ricostruisco
gli argini di una giornata
ai margini della disco
e mi stupisco
quando si uniscono al banchetto
che imbastiscono
che dopo mischiano il brachetto
e non capiscono
com'è che si finisce a parlare
di geeg robot
e delle strade di San Francisco

Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto contento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto più contento.

Mi piace il cinema
e parecchio
per questo mi chiamano vecchio.
E' da giovani
spumarsi e laccarsi davanti allo specchio.
Sono vecchio punto
e prendo spunto
dal tuo unto ciuffo
mi sento stretto
come quando inchiappetto un puffo.

(Ooooo io odio caparezza)

Sbuffo pensando a serate tipo
"del tipo
che facciamo
io ho una tipa di seconda mano
che mi fa
da pub, da disco e da divano".
Sono qua
come una allodola questo è il mio ramo
io
immune al pattume
della tv di costume
in volo senza piume
in un volume di fumetti
sotto il lume
non c'è paragone
basta una birra in fermentazione
e la tipa in fibrillazione
per la nuova posizione
m'attizza la zizza piena
mi delizia la tizia oscena
ho fame e NO problema
se mi sfizia la pizza a cena
serate a tema
bella gente
salame a fette spesse
vhs e se non bastasse
su le casse!

Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Sono fuori dal tunnel
del divertimento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto contento.
Quando esco di casa e mi annoio
sono molto più contento.

La La La La La La La La La La La

Incontri gli scontri
gli scambi d'opinione
persone che son fatte
di nomi e di cognomi
venghino signori
che qui c'è il vino buono
le pagine del libro
e le melodie del suono
si vive di ricordi
signori
e di giochi
di abbracci sinceri
di pace
e di fuochi
di tutti i momenti
tristi e divertenti
e non di momenti tristemente divertenti.

(Io lo vorrei rifare)

di Caparezza




giovedì, maggio 15

Dissonanze


Assonanti
Dissonanze
di un Piacere Dissoluto.

Odiato Amore
di Stracci e Capricci.

Voci Silenti
di Straziate Illusioni.

martedì, maggio 13

Azzurro, come l'Infinito del Cielo


Una melodia.

Una parola.
Una libera associazione.

Un pensiero dolce.

Una lacrima di commozione che riga la guancia.


Niente di reale.
Ma ha forse importanza?

sabato, maggio 10

Destinazioni


La motivazione di accendere il pc è incredibilmente precipitata e con essa anche molte delle ombre che ci stanno dentro.

Mi sento profondamente stanca di
problemi che non esistono, persone che non esistono, affetti che non esistono.

Che
Il Nulla abbia definitivamente riempito quel vuoto?

venerdì, maggio 9

Zero


Nulla
.

Niente. Alcunchè. Nessuna cosa.

Inesistenza.


Nulla
.

Condizione negativa. Cosa priva di valore. Zero.


Inutilità.


Nulla
.

Neanche un pò. In alcun modo. In nessun modo.


Assenza.


Notte completamente insonne.

Alla logica e razionale contestualizzazione de il Nulla.

E sul pensiero de il Nulla vado al lavoro.

Inferno e Paradiso

**

Notte di parole taciute.

Di sogni negati.
Di silenzi interrotti.
Notte di maschere indossate.
Di false proiezioni.

Notte di illusioni.

**

Wish You Were Here

So, so you think you can tell
Heaven from Hell?

Blue skies from pain?
Can you tell a green field
from a cold steel rail?
A smile from a veil?

Do you think you can tell?

And did they get you trade your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?

Cold comfort for change?
And did you exchange
a walk on part in the war
for a lead role in a cage?


How I wish,
how I wish you were here.

We're just two lost souls swimming in a fish bowl.
Year after year
running over the same old ground.
What have we found?

The same old fears.

Wish you were here.

**

Vorrei Tu Fossi Qui

Allora, pensi di saper distinguere
il Paradiso dall'Inferno?
I cieli azzurri dal dolore?
Sai distinguere un campo verde
da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso da un pretesto?
Pensi di saperli distinguere?

E ti hanno portata a barattare i tuoi eroi fantasmi?
Ceneri calde con gli alberi?
Aria calda con brezza fresca?
Un caldo benessere con un cambiamento?
E hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra
con il ruolo di protagonista in una battaglia?

Come vorrei,
come vorrei che tu fossi qui.

Siamo solo due anime sperdute
che nuotano in una boccia di pesci.
Anno dopo anno
corriamo sullo stesso vecchio terreno.
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure.

Vorrei che tu fossi qui.

dei Pink Floyd