mercoledì, maggio 26

I Binari e il Velo da Sposa


Alcune volte è un soffitto, altre è l'asfalto arroventato,
altre è un velo da sposa abbandonato.
Alcune volte sono scarpe con cui il passo è solito incedere,
altre ancora un cappello in cui i pensieri sospendere. 
Alcune volte è una locomotiva, che scivola via sbuffando,
altre è una notte di luna senza stelle o un ingranaggio di orologio senza rotelle.
Alcune volte e alcune altre sono i binari che ci portano via lontani.


Ultimo Amore

Fresca era l'aria di giugno
e la notte sentiva l'estate arrivare
Tequila, Mariachi e Sangria
la festa invitava a bere e a ballar
la vista nei vuoti restava
lui curvo e curioso taceva
guardava le donne degli altri
parlare e danzare

E quando la notte è ormai morta
gli uccelli sono soliti il giorno annunciar
le coppie abbracciate son prime
a lasciare la festa per andarsi ad amar
la pista ormai vuota restava
lui stanco e sudato aspettava
lei per scherzo girò la sua gonna
e si mise a danzar

Lei aveva occhi tristi e beveva
volteggiava e rideva ma pareva soffrir
lui parlava stringeva ballava
guardava quegli occhi e provava a capir
e disse son zoppo per amore
la donna mia m'ha spezzato il cuore
lei disse il cuore del mio amore
non batterà mai più

E dopo al profumo dei fossi
a lui parve in quegli occhi poter veder
lo stesso dolore che spezza le vene
che lascia sfiniti la sera
la luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava
lei raccolse la gonna spaziosa
e ormai persa ogni cosa
presto lo seguì

Piangendo urlando e godendo
quella notte lei con lui si unì
spingendo, temendo e abbracciando quella notte
lui con lei capì
che non era avvizzito il suo cuore
e già dolce suonava il suo nome
sciolse il suo voto d'amore
e a lei si donò

Poi d'estate bevendo e scherzando
una nuova stagione a lui parve venir
lui parlava inventava giocava
lei a volte ascoltava e si pareva divertir
ma giunta che era la sera
girata nel letto piangeva
pregava potere dal suo amore
riuscire a ritornar

E dopo al profumo dei fossi
lui invano aspettò di vederla arrivar
scendeva ormai il buio e trovava
soltanto la rabbia e il silenzio di sera
la luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava
restava l'angoscia soltanto
e il feroce rimpianto
per non vederla ritornar

Il treno è un lampo infuocato
se si guarda impazziti il convoglio venir
un momento, un pensiero affannato
e la vita è rapita senza altro soffrir
la poteron riconoscere soltanto
dagli anelli bagnati dal suo pianto
il pianto per quell'ultimo suo amore
dovuto abbandonar

Lui non disse una sola parola
no, non dalla sua gola un sospiro sfuggì
perchè i gendarmi son bruschi nei modi
se da questi episodi non han da ricavar
così resto solo a ricordare
il liquore non pareva mai finire
e dentro quel vetro rivide
una notte d'amor

Quando al profumo dei fossi
a lui parve in quegli occhi potere veder
lo stesso dolore che spezza le vene
che lascia sfiniti la sera
La luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava
a lui restò solo il rancore
per quel breve suo amore
che mai dimenticò.

lunedì, maggio 10

Anima Scalza


Indugiando sulle note,
l'anima scalza,
si esibisce in una tetra danza.

La vita si dilegua infausta,
sciogliendo una nostalgia incauta,
un clamore sbragato
un respiro spezzato.

Tramestio di terra,
gallerie di talpe laboriose,
rombi di guerra
tradiscono mine silenziose.

Occhi di prigioniero senza sposa,
versi di cordoglio mentre riposa.
rammentano promesse nude,
rivelano assenze mute.

Naufraghi di virtù,
stregati al canto delle sirene
affondano giù,
condannati all'incanto potere.

Miseria nel cuore,
di fragore intorno,
Amore scarno
di lacrime adorno.

martedì, febbraio 9

Il sapore del Vivere


Oggi parteciperò a un seminario sulla
riabilitazione psichiatrica e il modello dei gruppi di auto aiuto.
Oltre al professor
Alessandro Lenzi, professionista del settore che ammiro profondamente - e al quale chiederò se può affiancarmi nell'elaborazione e stesura della tesi - saranno presenti in qualità di relatori i facilitatori sociali dell'Associazione Alba.
Un'associazione che da diversi anni si occupa del
disagio mentale adottando un approccio terapeutico - in parte nella sostanza occupazionale - che accoglie il paziente psichiatrico offrendogli un vivo territorio di incontro, dialogo, scambio capace di divenire il mezzo tramite il quale proporre il raggiungimento di fondamentali obbiettivi come l'inizializzazione verso un percorso di autocoscienza, il recupero graduale dell'autonomia, la padronanza dell'essere che trae rinforzo e sostegno nel 'fare', la socializzazione attraverso la condivisione dell'esperienza.
Il nostro sistema sanitario offre sì strutture istituzionali di supporto e intervento, ma di fatto dopo il ricovero e dopo il sostegno terapeutico offerto dai Centri di Igiene Mentale
e dai Centri Diurni che costituiscono un punto di riferimento fondamentale per l'utente in tutta la fase post-ricovero, la persona è sostanzialmente lasciata sola e con lei, anche la sua famiglia.
N
on esiste cioè un vero e proprio progetto di recupero che si proponga l'obbiettivo di accompagnare la persona attraverso un reale percorso di reinserimento.
L'Associazione Alba con le sue attività, i gruppi di auto aiuto, i laboratori, gli incontri va a collocarsi in questo quadro di carenza strutturale offrendo da una parte una alternativa alla solitudine, alla paura, allo stigma, alla
disinformazione che troppo spesso condizionano l'approccio verso le persone interessate da un disturbo psichiatrico contribuendo, di fatto, al loro isolamento e dall'altra offrendo concretamente un territorio neutro liberamente frequentato, dove poter ritrovare e ricostruire la propria dimensione di Persona, il più lontano possibile dalle etichette.

Un appuntamento che non perderei per niente al mondo.

venerdì, febbraio 5

Incoerenze


Dalla sorgente dell'incoerenza sgorga.
Rima fugace, soffia da est,
spazzando l'azzurro.
Annebbiata chimera senza disegno.
Dolce ai sensi,
tiepida nella forma,
sonora nei versi,
profonda nel respiro.
Nota stonata, vibra sconnessa.
Istante di vibrante frastuono
in attesa, sospeso.

domenica, gennaio 24

Contesa, dolce e amara


Ozio tinto di capricci senza pretesto nè contorno.
Sagome fini di fantasmi affannati a raccolta,
scaraventano lontano immaginarie parvenze.
Fanatico il rumore della pioggia persevera,
incalzandone il battito.
Dentro le viscere della terra, radici si contorcono,
strisciando fino al sole.

E' una contesa, dolce e amara. E qui le parole ritornano ad essere reali.
Un pellegrinaggio in cui non importa dove stai correndo o dove vuoi arrivare, importa sentire netto e definito il bisogno di farlo.
Ciò che mette in moto gli ingranaggi, una forza così forte capace di far saltare il Nord della bussola.
Un fiume impetuoso che rompe gli argini portando via con sè tutto ciò che è costruito su fondamenta fragili. Non esiste veicolo, nè metà, solo l'impulso bulimico di spogliare il corpo da questa forza convulsa. Il fascino magnetico è nell'impeto a cui dà nutrimento, come la legna quando brucia.
Spazza via, sgretolando sospiri, abissi e silenzi, strisciando nelle vene e muove dita, lingua, ore.

lunedì, novembre 23

Le chiamo parole

Nelle etichette le chiamo parole, non sono ambiziose, sono solo parole, nude e impotenti.
E' solo più semplice scavare intorno a un sentimento, a una emozione, è solo più semplice descriverne l'illusione.

E' solo più semplice accatastare parole come scatoloni in una soffitta.
Sono solo parole che messe insieme danno senso a una emozione o un pensiero che mi attraversano  dentro e allo stesso modo in cui sono venute se ne andrebbero se non le fermassi, scrivendole.
Questo blog è il luogo dove dare spazio a quella Vita che mi sfugge.
Ho provato per molti anni a tenere un diario, tento ancora, ma il foglio bianco mi immobilizza per ore senza riuscire a compiere la magia e tramutare le parole volatili che si inseguono nella mente, in pensieri scritti.

domenica, novembre 22

Ritorno alla Terra



Un giorno scrissi che non esistono favole,
solo abbozzati tentativi poco realistici di renderle tali.

Era il giorno in cui avevo capito quanto potesse costarmi pensarla così.



***


Accolte silenziose dalla Madre Terrena
foglie d'autunno spogliano d'abito i loro rami,
scivolando inerti sull'aria umida.

Voci disarticolate infiltrano da mondi paralleli utopie disilluse,
che la stagione ha spento.
Luci tenui, all'adunata, richiamano ombre,
fedeli compagne.
Di
viaggi, false partenze e ritorni.

Vortici di serpenti e riti sacrileghi accolgono il nuovo Inverno.
Ritorno nuda alla Terra, portata via dal vento.

venerdì, novembre 13

I colori

Da una email.

Mi ha svegliato una canzone.
Dormivo quando ha iniziato a suonarmi forte nella testa. Battito accelerato e poi angoscia, un'angoscia deforme, e la sensazione chiara e netta di non riuscire a mettere in ordine. Non riesco a stare nel letto, mi alzo, vago per casa. Il buio è un fratello che consola e sa ascoltare
(..)

(..)
E' sbagliato, è tutto sbagliato. L'amore per gli altri non basta. E' una cosa che mi ha insegnato in questi anni la vita. L'amore inizia passando da sè stessi e finisce per illuminare le persone che abbiamo intorno, tingendole di immenso.
Se vivi nell'ombra, vivi privato di quella luce necessaria per vedere i colori meravigliosi della vita, e
rifletti tenebre negli occhi di chi ti guarda.

giovedì, novembre 12

mentre piove


Cerchi riparo fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio


ti muovi a stento e con sguardo severo

biascichi un malinconico Modugno


Di quei violini suonati dal vento

l'ultimo bacio mia dolce bambina


brucia sul viso come gocce di limone

l'eroico coraggio di un feroce addio

ma sono lacrime

mentre piove

piove


mentre piove

piove


mentre piove


Magica quiete velata indulgenza

dopo l'ingrata tempesta


riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio

Mille violini suonati dal vento

l'ultimo abbraccio mia amata bambina


nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno


Di quei violini suonati dal vento

l'ultimo bacio mia dolce bambina

brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio

ma sono lacrime

mentre piove

piove


mentre piove

piove


mentre piove

piove



luna sorda


Minuscole formiche sterrano montagne,
rotolando giganti rocciosi senza vetta.

Danze funeste e fuochi maledetti,
di rosso, tingono ombre scalze.

Mossa da movenze stanche,
lenta, brucia la carne.

Imprimendo la terra,
flutti di sangue sgorgano dalle viscere.
E una luna, sorda, accompagna il buio, in un canto senza voce.

venerdì, novembre 6

Sulla riva del mio eremo


Sono un pò giù di corda in questo giorni.
Vivere al ribasso, capita, tuttavia. Oggi tra una pagina ripetuta e quella successiva, mi sono dovuta alzare, e andando da una scrivania all'altra, presa da una sensazione di estrema chiarezza e lucidità, raggiunto il pc ho scritto sul forum: Boh, mi sento sempre più un'astrattezza surreale della materia, costretta in un corpo di plastica. Non capisco la vena irreale e isterica delle cose, quindi ne ribalto il senso, dipingendo un cielo in cui tutto è normale e io il paradosso. Non è proprio solamente così, ma è pur sempre un aspetto dello spettacolo che ho messo in scena nel mio teatro.
Ho il tessuto cerebrale atrofico, non filtra e non fa infiltrare niente. Impermeabile e silenzioso.
Come un giudice che impugna il martelletto e lo scandisce sul banchetto allo scoccare del rintocco. Parlo di giudizio, forse ha un senso e forse centra, remote anticaglie che incontrano sorrisi ambigui di un passato, passato.
Voglio bene alle persone che vivono
insieme me, ma a volte non è facile. Non è facile incrociare i loro sogni, sofferenze, disillusioni e guardare oltre, come se non li vedessi e fossero solo una mia errata intuizione.
Vorrei dare a ognuno di loro la possibilità di essere sole, luna, sasso o stella, vorrei potergli regalare la speranza di scoprire quello che sono.
Invece mi giro, voltandomi, dall'altra parte, perchè mi sento stanca e impotente. E trascino i piedi sulla riva del mio eremo, guardando lontano, distante
.

domenica, novembre 1

Le parole alla follia, ciao Alda



Il mio passato

Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.



venerdì, ottobre 30

Oltre il delirio del potere


Esistere fuori dal tempo, una casetta isolata, alle pendici del monte, guardando il sole che di primo mattino ancora sa di calore.
Uno studio, con migliaia di libri, un camino, il rumore delle foglie e il colore vivo dell'erba.
Cataste di legna da bruciare e il silenzio della Madre che, scandendo il ritmo del suo invecchiare, dà vita ai fiori.
La musica di un pianoforte che suona alta, ricomprendo l'attesa dell'Infinito.

Lontana dalla dimensione utilitarista del potere, dalle nefandezze della politica che mercifica sè stessa, e si svende, ubbidendo seria e cortese a interessi cortigiani e regali.
Lontana dal branco di diabolici diavoli senza anima, arrovellati negli ingranaggi del calcolo e della miseria morale, che negano gli ideali sospiri della politica, relegandola a strumento attraverso cui esercitare la propria gloria.
Lontana dai paggi che, asserviti al re, compiacciono le sue gesta, come bestie ammaestrate, eseguendo gli ordini con lo sguardo vuoto di chi, scarnificato di pensiero e sostanza, non sa capire.
Vizi striscianti, scavano i pavimenti dei palazzi rincorrendosi tra sussulti goduti e giochi proibiti senza morale, nè pubblica decenza.
Ombre silenti di pagliacci senza parrucca nè trucco giocano al gioco della politica svilendo la natura dello stato e annientando il Credo dei nostri padri, e prima di loro dei nostri nonni, che hanno lottato per la Libertà.

Vorrei essere in quella casetta isolata,
il più distante possibile dai compromessi e dalle servitù,
per riposarmi,
lontana dal disgusto, oltre il delirio del potere.

giovedì, ottobre 29

Addio, mondi virtuali!

Breve Intro.
Tratto dal forum di Second Life.
(Aiut! Oggi ho la parlantina!)



L'ho messa a fuoco in questi giorni, era un pò che mi ronzava nella testa senza riuscire a darle forma.

Vaffanculo a tutte quelle persone che andandosene dal forum e/o da Second Life, perchè han considerato esaurita la loro emivita virtuale, oggi si sentono nel cuore la superiorità morale dell'essersene andati.
Quello stesso senso di superiorità condito di compassione (critica) che può provare un accanito fumatore che ha smesso di fumare mentre osserva un fumatore accanito accendersi una sigaretta dietro l'altra, non riuscendo a nascondere il sorrisetto beffardo perchè lui ci è riuscito.
Il gioco degli specchi riflessi e il confronto al ribasso non sempre sono attendibili rivelatori della propria condizione esistenziale e guardare gli altri vedendoci dentro la propria antica miseria, può anche non essere un metro valido per tirare delle somme.
Le ragioni per le quali si approda al metaverso, sono una enormità e vanno dallo spirito ludico, al bisogno di rifugiarsi e/o di scoprirsi un pò di più, al fascino per lo strumento virtuale, alle due chiacchiere, alla casualità, al cercare un posto dove poter dare vita all'immaginazione, con una gigantesca possibilità di sfumature più o meno intermedie.
E anche le ragioni per le quali si resta sono le stesse, anche se nel tempo potrebbero mutare, accompagnate da una evoluzione o involuzione della persona, o a volte da nessuna delle due.
L'equilibrio è il metro-interiore rivelatore dei propri disequilibri e se l'aver abbandonato un mondo virtuale è stato ciò che vi ha fatto ritrovare il vostro karma, forse, e dico forse, è il caso di riflettere un pò più approfonditamente su voi stessi.

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martedì, ottobre 27

Ortopedia è...

Ortopedia è...

  1. soporifera
  2. falegnameria rudimentale
  3. una disciplina priva di poesia
  4. terribilmente noiosa
Ma soprattutto ho un professore il cui cognome...fa rima con "one".

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domenica, ottobre 25

Adesso tocca a voi



Per quanto l'abbia considerato valido, e in linea generale apprezzi la rubrica 'Invece' del quotidiano l'Unità scritta dal direttore, non ero troppo concorde con il pezzo dell'altro ieri pubblicato dopo le prime dichiarazioni di Marrazzo (
Al pubblico pagante).
I troppo pochi e contraddittori elementi emersi sull'inchiesta lì per lì hanno confuso un pò le acque , per questo, secondo me, prima di ipotizzare precisi scenari collocandoli in quadri effettivamente esistenti, sarebbe risultata opportuna un pò
più prudenza.
Tuttavia, con il pezzo di oggi si, il cerchio si chiude e mi trova assolutamente d'accordo sia nell'analisi che nelle valutazioni conclusive.


Adesso tocca a voi
Sarebbe bello poter dire: adesso ci aspettiamo che chi ha colpe peggiori faccia altrettanto. Non accadrà. Là risolvono il caso dicendo «non sono un santo», poi continuano a governare con le barzellette: almeno a noi piacciono le donne, e tutti a ridere. C'è davvero pochissimo da ridere, cari signori sedotti dal dongiovannismo di palazzo, cari squallidi mercanti di ragazze da offrire insieme a un cocktail in cambio di affari, ragazze per favorire intese economiche, benefit per il dopo cena a spese della ditta, ragazze da ridurre alla prostituzione del sottobosco della politica, sesso senile in cambio di una comparsata in tv, un posto di lavoro, seggi in consiglio comunale in parlamento a Strasburgo e anche di più. D'Addario candidata, ricordate?

Piero Marrazzo si è sospeso dall'incarico a 24 ore dallo scandalo che lo ha coinvolto. Ha sollevato se stesso e la sua parte politica dal gioco fetido del confronto, subito difatti alimentato da destra: tutti uguali, no? No, non esattamente. Marrazzo non ha fatto delle sue debolezze private una merce di scambio con posizioni pubbliche: non ha nominato senatori i suoi cavalli, né assessori i suoi compagni di serata. Non li ha portati con sé nelle visite ufficiali offrendoli a colleghi pari grado, non ha dirottato su imprevisti scali i voli di stato per portarli con sè scortati da forze pubbliche dell'ordine, non ha istituito scuole di politica coinvolgendo ministri della repubblica per renderli presentabili in politica. Questo fa un despota che abbia una concezione padronale dello stato oltrechè un'idea da "utilizzatore finale" delle persone in stato di soggezione, le donne in cima alla lista ma non è molto diverso l'utilizzo che fa dei suoi dipendenti, uomini o donne che siano, la prostituzione non è solo dei corpi. Marrazzo frequentava transessuali, è stato ricattato da quattro carabinieri che lo hanno sorpreso e filmato, non ha denunciato il ricatto. Ha sbagliato tre volte: per ingenuità, le «debolezze private» di questi tempi si pagano carissime e conviene astenersene. Per paura e per vergogna, l'ipocrisia corrente rende complicato rivelare le proprie inclinazioni sessuali: avrebbe potuto parlarne pubblicamente ma certo la famiglia, le bambine. Ha sbagliato più di tutto a sottostare al ricatto per tutto questo tempo e infine a mentire. Lo abbiamo scritto ieri qui: avrebbe dovuto dire subito "sono sotto estorsione, denuncio i fatti". È questo l'errore - l'unico dei tre - che gli impedisce di proseguire nel mandato. Un uomo pubblico non può essere soggetto a ricatto: né di una prostituta, né di un servizio segreto, né di un carabiniere. Un uomo pubblico ricattabile è debole, costretto a pagare per difendersi, a corrompere e corrompersi. Infine: il sesso a pagamento è ben triste, sempre. Comprare favori - sfruttare chi è ridotto a far mercato di sè - rende più miseri, non più potenti. L'autosospensione è la premessa delle dimissioni. Ci auguriamo che, compatibilmente con il funzionamento della Regione, non si debba attendere a lungo. Oggi è una bella giornata, dobbiamo rendere onore a Marrazzo: è il giorno di rivendicare la differenza ed esserne orgogliosi. Dimettetevi anche voi se ne siete capaci. Essere eletti non sottrae nessuno alla giustizia: dimettetevi e fatevi giudicare. Noi andiamo a votare. Buona domenica. da l'Unità, Concita De Gregorio

sabato, ottobre 24

Monet



Vivo così, in un cazzo di quadro impressionistico di Monet,
sbiadita nella forma, esaltata nei colori,
in deleterea alternanza tra il tentativo di comprendere l'universo
e l'incontenibile istinto di mandarlo a farsi fottere.

giovedì, ottobre 15

Se la Dignità avesse un volto



L'enorme dignità di una precaria siciliana,
l'umanità venduta e svenduta all'ignoranza,
la ricerca di una identità che non affondi le sue radici nella mercificazione e nella mortificazione,
il dolore per una integrità devastata.

Per chi ha dei figli, per chi non ce li ha,
per chi non ha un lavoro, per chi un lavoro ce l'ha,
per chi, ancora, ha dentro il bisogno di guardare al mondo e credere in un futuro.

martedì, ottobre 6

Una Terapista Occupazionale all'Università di Pisa

In supremae dignitatis

Sono andata a lezione e l'aula era deserta.
professori studenti.

Eppure l'orario lasciava pochi dubbi:

14.00 - 15.30
Aula PS2
Tecn . di riabilitazione medica e chirurgica propedeutiche alla T.O.

15.40 - 17.15
Aula PS2
Educazione alimentare

Inizia un rimpallo tra aula C e aula PS2 (in bicicletta).
Busso in segreteria di facoltà dove abbozzano un timido "siamo chiusi".


(io e la segreteria ci conosciamo abbastanza bene)

Io: "Lo so, buongiorno, ma mi scusi, i terapisti classe SNT/2 dove sono finiti?"
Lei: "Aspetta che controllo l'orario...dunque...dovrebbero essere in aula PS2"
Io: "Esatto, ma non ci sono."
Lei: "Come non ci sono?!?"
Io: "No, non ci sono e non c'è nemmeno il professore".
Lei: "Non è possibile"
Io: "Dato che voi non siete informati, suppongo che il professore si sia accordato, probabilmente ieri, direttamente con gli studenti su un cambio di orario SENZA comunicarlo alla segreteria"
Lei: "Siamo alle solite"
Io: "Appunto."

Segue un lungo discorso, parte del quale finirà nella lettera che sto preparando per il Presidente del Corso di Laurea.

Strano direte voi.
Assolutamente no.
Normalissima - almeno quanto patetica - amministrazione.

Così patetica da aver strutturato un sistema per cui le comunicazioni interne a un corso universitario riguardanti organizzazione e natura dello stesso - mi riferisco a appelli, programmi, ricevimenti, spostamenti di orario - passino regolarmente da studente a studente attraverso un tam tam - tipo comare di paese - anzichè tramite comunicazioni ufficiali (segreteria, affissione in bacheca) degne di una istituzione pubblica.

Così patetico da obbligare gli studenti a organizzarsi in proprio (hanno tutta la mia solidarietà) creando per esempio una pagina internet dove scambiarsi le informazioni per tamponare le enormi lacune organizzative e informative del corso di laurea del quale pagano regolarmente le tasse finendo per fare oltre che gli studenti anche i tutor ai più giovani, i segretari per orari e comunicazioni interne, gli assistenti dei professori per prenotazione aule e raccolta liste per gli appelli.
Sperando che vogliano completare il quadro armandosi anche di scopa e paletta a fine lezione.

Così patetico da far sì che gli studenti non dispongano, per la stragrande maggioranza dei moduli, nemmeno delle date di appello, che secondo regolamento di ateneo dovrebbero essere 1°) almeno CINQUE
all'anno senza contare le prove in itinere 2°) comunicate con almeno NOVANTA giorni di anticipo (come da regolamento di ateneo, Art. 6) negando, di fatto, allo studente la possibilità di organizzarsi un maledetto piano di studi
Pianificazione che, come si sa è per uno studente - figuriamoci poi per di più se lavoratore come la sottoscritta -
fondamentale per una lineare progressione negli studi.
Assenza questa che crea una discrepanza enorme tra la figura dello studente del corso di terapia occupazionale e quello di altri corsi più strutturati che, con una maggiore organizzazione, dimostrano anche un maggiore rispetto verso la persona dello studente.

Ed è così che è iniziato il mio anno accademico tra una lezione persa e l'applicazione
del solito rodato "sistema ad minchiam" per la pianificazione degli esami.

Il solito vecchio monotono sistema tragi-comico dell'umma a umma all'italiana, degno, purtroppo, dell'istituzione pubblica che rappresenta.

lunedì, ottobre 5

Argh!

Dieci giorni fa ho bucato la ruota di dietro.
Due giorni fa quella davanti.

Mi è ormai chiaro, Qualcuno complotta e tesse trame alle mie spalle.