domenica, ottobre 25

Adesso tocca a voi



Per quanto l'abbia considerato valido, e in linea generale apprezzi la rubrica 'Invece' del quotidiano l'Unità scritta dal direttore, non ero troppo concorde con il pezzo dell'altro ieri pubblicato dopo le prime dichiarazioni di Marrazzo (
Al pubblico pagante).
I troppo pochi e contraddittori elementi emersi sull'inchiesta lì per lì hanno confuso un pò le acque , per questo, secondo me, prima di ipotizzare precisi scenari collocandoli in quadri effettivamente esistenti, sarebbe risultata opportuna un pò
più prudenza.
Tuttavia, con il pezzo di oggi si, il cerchio si chiude e mi trova assolutamente d'accordo sia nell'analisi che nelle valutazioni conclusive.


Adesso tocca a voi
Sarebbe bello poter dire: adesso ci aspettiamo che chi ha colpe peggiori faccia altrettanto. Non accadrà. Là risolvono il caso dicendo «non sono un santo», poi continuano a governare con le barzellette: almeno a noi piacciono le donne, e tutti a ridere. C'è davvero pochissimo da ridere, cari signori sedotti dal dongiovannismo di palazzo, cari squallidi mercanti di ragazze da offrire insieme a un cocktail in cambio di affari, ragazze per favorire intese economiche, benefit per il dopo cena a spese della ditta, ragazze da ridurre alla prostituzione del sottobosco della politica, sesso senile in cambio di una comparsata in tv, un posto di lavoro, seggi in consiglio comunale in parlamento a Strasburgo e anche di più. D'Addario candidata, ricordate?

Piero Marrazzo si è sospeso dall'incarico a 24 ore dallo scandalo che lo ha coinvolto. Ha sollevato se stesso e la sua parte politica dal gioco fetido del confronto, subito difatti alimentato da destra: tutti uguali, no? No, non esattamente. Marrazzo non ha fatto delle sue debolezze private una merce di scambio con posizioni pubbliche: non ha nominato senatori i suoi cavalli, né assessori i suoi compagni di serata. Non li ha portati con sé nelle visite ufficiali offrendoli a colleghi pari grado, non ha dirottato su imprevisti scali i voli di stato per portarli con sè scortati da forze pubbliche dell'ordine, non ha istituito scuole di politica coinvolgendo ministri della repubblica per renderli presentabili in politica. Questo fa un despota che abbia una concezione padronale dello stato oltrechè un'idea da "utilizzatore finale" delle persone in stato di soggezione, le donne in cima alla lista ma non è molto diverso l'utilizzo che fa dei suoi dipendenti, uomini o donne che siano, la prostituzione non è solo dei corpi. Marrazzo frequentava transessuali, è stato ricattato da quattro carabinieri che lo hanno sorpreso e filmato, non ha denunciato il ricatto. Ha sbagliato tre volte: per ingenuità, le «debolezze private» di questi tempi si pagano carissime e conviene astenersene. Per paura e per vergogna, l'ipocrisia corrente rende complicato rivelare le proprie inclinazioni sessuali: avrebbe potuto parlarne pubblicamente ma certo la famiglia, le bambine. Ha sbagliato più di tutto a sottostare al ricatto per tutto questo tempo e infine a mentire. Lo abbiamo scritto ieri qui: avrebbe dovuto dire subito "sono sotto estorsione, denuncio i fatti". È questo l'errore - l'unico dei tre - che gli impedisce di proseguire nel mandato. Un uomo pubblico non può essere soggetto a ricatto: né di una prostituta, né di un servizio segreto, né di un carabiniere. Un uomo pubblico ricattabile è debole, costretto a pagare per difendersi, a corrompere e corrompersi. Infine: il sesso a pagamento è ben triste, sempre. Comprare favori - sfruttare chi è ridotto a far mercato di sè - rende più miseri, non più potenti. L'autosospensione è la premessa delle dimissioni. Ci auguriamo che, compatibilmente con il funzionamento della Regione, non si debba attendere a lungo. Oggi è una bella giornata, dobbiamo rendere onore a Marrazzo: è il giorno di rivendicare la differenza ed esserne orgogliosi. Dimettetevi anche voi se ne siete capaci. Essere eletti non sottrae nessuno alla giustizia: dimettetevi e fatevi giudicare. Noi andiamo a votare. Buona domenica. da l'Unità, Concita De Gregorio

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