domenica, gennaio 24

Contesa, dolce e amara


Ozio tinto di capricci senza pretesto nè contorno.
Sagome fini di fantasmi affannati a raccolta,
scaraventano lontano immaginarie parvenze.
Fanatico il rumore della pioggia persevera,
incalzandone il battito.
Dentro le viscere della terra, radici si contorcono,
strisciando fino al sole.

E' una contesa, dolce e amara. E qui le parole ritornano ad essere reali.
Un pellegrinaggio in cui non importa dove stai correndo o dove vuoi arrivare, importa sentire netto e definito il bisogno di farlo.
Ciò che mette in moto gli ingranaggi, una forza così forte capace di far saltare il Nord della bussola.
Un fiume impetuoso che rompe gli argini portando via con sè tutto ciò che è costruito su fondamenta fragili. Non esiste veicolo, nè metà, solo l'impulso bulimico di spogliare il corpo da questa forza convulsa. Il fascino magnetico è nell'impeto a cui dà nutrimento, come la legna quando brucia.
Spazza via, sgretolando sospiri, abissi e silenzi, strisciando nelle vene e muove dita, lingua, ore.

1 commento:

Gerweller ha detto...

Bellissima e dolorosa. Per me.