domenica, luglio 13

Apro gli occhi

Apro gli occhi. Sorrido.
E' domenica, che ore saranno?
Secondo me sono le due più o meno.
Mi rigiro nel letto e sorrido.
Mi sento riposata e serena.

Il micio iniziare a farmi le fusa.

Lo osservo avvicinarsi e sedermi accanto.
"Buongiorno animaletto". Lui mi risponde con un "miao".
Sorrido di gusto pensando che ho un margio che mi dà il buongiorno!
Immagini dei sogni della notte si alternano in un collage senza forma.
Ricordo di aver riso di gusto ritrovandomi a passeggiare per la città con ai piedi due scarpe differenti.
E su quest'immagine, sorrido.
Mi stiracchio con il pensiero di voler fare un sacco di cose.
Sorrido perchè svegliarsi con buone intenzioni è sempre un'ottimo proposito per la giornata.

Penso a ieri e alle parole di lei "è venuto l'Altro in settimana e ha chiesto di te".
Sorrido compiaciuta mentre continuo a stiracchiarmi.
Mi alzo e dopo essermi sciacquata il viso con acqua ghiacciata decido di sedermi e leggere prima di bere il caffè.

(..)

Sul corridoio si affacciano le porte quasi sempre chiuse delle camere e dei bagni: è la zona più buia di tutta la casa.
Lo attraverso con passo veloce pensando solo di voler arrivare il prima possibile alla porta che apre sul salotto.

La penombra, sembra soffocarmi, sento un nodo alla gola, lo affondo con forza e scaccio quella spiacevole sensazione dal mondo terreno.

Accendo la macchinetta del caffè, preparo tazzina, cucchiaino e zucchero e un pacchetto di crackers alle fibre comprati ieri.
Premo il pulsante di erogazione
e mi siedo sugli scalini in giardino pensando che devo tornare a sorridere come solo dieci minuti prima stavo facendo.

Faccio il giro della tazzina con il cucchiaino un paio di volte, chiudo gli occhi e sento il sole bruciarmi sulla pelle.
Un venticello leggero mi allieta, allontano quel pensiero e ricordo di quando facevo colazione con Carlo su quegli scalini. Forse mi verrebbe da sorridere, ma non ci riesco.
Decido di smettere di pensare.

Passato qualche istante avverto una strana sensazione di disagio.
Istintivamente mi viene da guardarmi i piedi.

Nel destro l'infradito nero. Nel sinistro la ciabatta in lanetta.

Sorrido pensando a quanto sia sempre, soltanto e semplicemente io.

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